Sostenibilità, EBU sul coinvolgimento dei media di servizio pubblico

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La sostenibilità del business è sempre più una priorità per aziende e per i servizi pubblici radiotelevisivi non poteva essere diverso, anche per gli specifici mandati e responsabilità nei confronti del pubblico. Nel rapporto appena pubblicato l’Unione Europea di Radiodiffusione (UER, EBU nell’acronimo inglese) offre alcuni dati e un quadro delle iniziative dei servizi pubblici radiotelevisivi in tema di sostenibilità ambientale. L’approccio alla sostenibilità è analizzato dal punto di vista strategico e organizzativo, con iniziative volte a ridurre l’impronta ecologia e comunicarla all’interno di piani di monitoraggio, dall’altra dal punto di vista delle informazioni da servire al pubblico.

Le maggiori rilevanze del rapporto indicano anche che la preoccupazione per l’ambiente, e in particolare per il cambiamento climatico, risulta una fra le maggiori minacce percepite dal pubblico (75% della popolazione globale) e che a tale preoccupazione corrisponde una ricerca di notizie affidabili. Fra le trusted sources, documenta il rapporto, i media (al quarto posto dopo scienziati, istituzioni e persone conosciute), e all’interno di essi i media di servizio pubblico –  quest’ultima una deduzione dall’incrocio di rilevanza raccolte anche in altre ricerche.

Quello che risulta acclarato è anche che, a fronte della richiesta di notizie attendibili, il pubblico tende a non informarsi (la “news avoidance” è un comportamento contraddittorio comune al complesso delle news) e qui il ruolo del servizio pubblico diviene di particolare importanza, se non cogenza.

Ciò premesso, oltre il 25% dei media dei servizi pubblici monitorati intraprendono azioni per la sostenibilità. Fra le politiche intraprese, oltre ad un’offerta informativa attenta ed articolata, con news e contenuti dedicati, una serie di strategie altre ne l campo della corporate, del risparmio energetico, partnership e produzione sostenibile.

Quello della produzione sostenibile è un tema su cui sempre più si sta misurando la produzione audiovisiva e cinematografica. Per quanto riguarda i servizi pubblici radiotelevisivi, si documentano una serie di iniziative a livello locale o nazionale, che però sempre più si stanno coordinando a livello transnazionale sui diversi generi delle produzioni. Di seguito alcune “best practice” indicate.

Il rapporto in definitiva “offre una panoramica del coinvolgimento dei PSM (public service media) e dei diversi modi in cui lavorano per migliorare la loro impronta ecologica, investire in risorse ed energia sostenibili, promuovere la mentalità ecologica in tutto il personale, guidare e informare il pubblico.

Riconoscendo l’importanza della sostenibilità, e la grande responsabilità per i governi e le aziende i PSM si ritengono driver importanti che mirano a educare e supportare il pubblico sulla sostenibilità e il cambiamento climatico, mentre navigano fenomeni come il news avoidance (delle news climatiche) e l’eco-ansia” .

LINK alla parte di rapporto resa accessibile al pubblico (non membri EBU) 

 

 

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