Digital News Report 2024, mondo

Digital news report 2024

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Nell’anno in cui mezzo mondo è chiamato a votare per delle elezioni politiche 1 persona su 4 evita le notizie: l’edizione 2024 del Digital News Report del Reuters Institute for the Study of Journalism, Oxford University, dal 2012 monitora di anno in anno, in chiave unitaria, trasformazioni e tendenze dell’informazione digitale nel mondo. Il DNR 2024 constata la crescente importanza delle piattaforme online, compresi i video social media come TikTok, Instagram e YouTube nel consumo e nella produzione di notizie ed esplora per la prima volta l’atteggiamento del pubblico nei confronti dell’uso dell’intelligenza artificiale per la produzione di news, il ruolo dei creator e degli influencer sulle notizie e quanto le persone pagano per le notizie e altro.

Fra gli elementi di maggior attenzione segnaliamo il fenomeno del “news avoidance”, sempre più persone si allontanano dalle notizie (le evitano), poichè ritenute “deprimenti, implacabili e noiose”: quasi quattro persone su 10 (39%) affermano che (a volte o spesso) evitano le notizie, la quota era pari a 29% solo pochi anni fa (2017). Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente sembrano aver contribuito al desiderio di “spegnere” le notizie, affermano gli autori del rapporto, anche se la tendenza generale è fermamente al ribasso: solo il 46% delle persone ha dichiarato di essere molto interessato alle notizie, in calo rispetto al 63% del 2017.

La “news avoidance” in Europa (DNR 2024, %)

Riportiamo dall’executive summary del rapporto:

Il rapporto di quest’anno arriva in un momento in cui circa la metà della popolazione mondiale si reca alle urne per le elezioni nazionali e regionali mentre le guerre continuano a infuriare in Ucraina e a Gaza. In questi tempi difficili, un’offerta di giornalismo accurato e indipendente sarebbe più importante che mai, eppure in molti dei Paesi esaminati nel nostro sondaggio troviamo i mezzi di informazione sempre più messi alla prova dall’aumento della cattiva informazione e della disinformazione, dalla scarsa fiducia, gli attacchi dei politici, e un contesto economico incerto.

I country report sono pieni di esempi di licenziamenti, chiusure e altri tagli dovuti a una combinazione di aumento dei costi, calo dei ricavi pubblicitari e forte calo del traffico dai social media. In alcune parti del mondo queste sfide economiche hanno reso ancora più difficile per i media resistere alle pressioni di potenti uomini d’affari o governi che cercano di influenzare la copertura e controllare le narrazioni.

Non esiste un’unica causa per questa crisi; è in atto da tempo, ma molte delle sfide immediate sono aggravate dal potere e dalle strategie di grandi aziende tecnologiche, inclusi social media, motori di ricerca e piattaforme video. Alcune stanno de-prioritarizzando esplicitamente notizie e contenuti politici, altre hanno spostato l’attenzione dagli editori ai “creators” e spingendo formati più divertenti e coinvolgenti – compresi i video – per mantenere maggiore attenzione all’interno delle proprie piattaforme. Tali società private non hanno alcun obbligo nei confronti delle notizie, ma dal momento che molte persone ottengono da loro gran parte delle loro informazioni e questi cambiamenti hanno conseguenze non solo per l’industria delle notizie, ma anche per le nostre società.

Come se ciò non bastasse, i rapidi progressi nell’intelligenza artificiale (AI) stanno mettendo in moto un’ulteriore serie di cambiamenti, tra cui interfacce di ricerca e chatbot guidati dall’intelligenza artificiale, che potrebbero ridurre ulteriormente i flussi di traffico verso siti Web e app di notizie, aggiungendo ulteriore incertezza alla situazione.

Con TikTok, Instagram Reels e YouTube in aumento il rapporto di quest’anno cerca di documentare la portata e l’impatto di questi che vengono definiti “reset della piattaforma” esaminando il motivo per cui i consumatori stanno abbracciando un maggiore consumo di video e quali account – mainstream e alternativi, inclusi creatori e influencer – ricevono maggiore attenzione quando si tratta di notizie, i livelli di fiducia che le persone hanno nella propria capacità di distinguere tra contenuti affidabili e, per la prima volta nella indagine, si dà uno sguardo dettagliato all’atteggiamento dei consumatori nei confronti dell’uso dell’intelligenza artificiale nelle notizie, supportato da una ricerca qualitativa in tre paesi (Regno Unito, Stati Uniti e Messico).

Mentre gli editori adottano rapidamente l’intelligenza artificiale, per rendere le loro attività più efficienti e personalizzare i contenuti, la ricerca suggerisce di procedere con cautela, poiché il pubblico generalmente preferisce che siano sempre gli esseri umani al posto di guida.

Dalla prima edizione l’indagine si è estesa per numero di Paesi coinvolti, sponsor e tipologia di news monitorate, ma il rapporto dalle origini si basa su un sondaggio online di YouGov, istituto di ricerca presente in 55 Paesi, tra cui l’Italia. Il sondaggio per il DNR 2024 è stato condotto su oltre 95.000 persone in 47 Paesi, arrivando a rappresentare la metà della popolazione mondiale. Essendo un sondaggio online, tende a sottostimare il peso dei media offline, e a rappresentare la fascia di popolazione che è online, ossia tendenzialmente più giovane e digital literate (metodologia).

Il rapporto completo è scaricabile da questo link.

Oltre ai diversi country report/market data, i capitoli speciali includono Prospettive sulla fiducia nelle notizie, L’uso dell’intelligenza artificiale nel giornalismo, Audience e bisogni degli utenti, Quanto pagano le persone per le notizie e L’ascesa degli influencer delle notizie.

Qui il country report Italia “standard”, con set di dati comparabili con quelli degli altri Paesi monitorati.

La novità di quest’anno è che c’è la prima ricerca che approfondisce per il contesto italiano il “Digital News Report” (si v. articolo dedicato al Digital News Report Italia), partner, fra gli altri, l’Università di Torino, l’Ordine dei Giornalisti, e Rai.

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