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Rinviato il rapporto del Parlamento UE su IA e diritto d’autore: focus su TDM e controllo dei contenuti dei media. Il Parlamento europeo ha rinviato a fine gennaio l’adozione del rapporto di iniziativa su Intelligenza Artificiale e diritto d’autore, redatto dall’eurodeputato Axel Voss (PPE). Lo slittamento, deciso dalla commissione Affari giuridici (JURI), è legato alla complessità del confronto politico su alcuni nodi centrali del testo. Al centro del dibattito c’è l’applicazione dell’eccezione per il text and data mining (TDM), prevista dall’articolo 4 della Direttiva Copyright, ai sistemi di IA generativa. In assenza di una posizione condivisa, gli eurodeputati stanno valutando di chiedere alla Commissione europea uno studio sull’applicazione concreta dell’eccezione. Un altro tema chiave riguarda il controllo dell’uso dei contenuti da parte delle IA, con un’attenzione specifica ai media di informazione. Resta aperta la questione dell’estensione o meno delle tutele all’intero settore audiovisivo. Il testo attenua inoltre la proposta di un registro obbligatorio per l’opt-out, chiedendo invece di valutare soluzioni basate su formati standardizzati e un possibile ruolo dell’EUIPO. Parallelamente, la Commissione ha avviato una consultazione sui protocolli di riserva dei diritti nel quadro dell’AI Act e del Codice di condotta per le IA di uso generale.

Meta offrirà meno pubblicità personalizzata agli utenti UE in base al DMA. La Commissione europea ha preso atto dell’impegno di Meta a offrire agli utenti di Facebook e Instagram nell’Unione europea una nuova opzione per visualizzare pubblicità meno personalizzata, in linea con il Digital Markets Act (DMA). A partire da gennaio 2026, gli utenti UE potranno scegliere se acconsentire alla condivisione completa dei propri dati per annunci personalizzati oppure optare per un’esperienza più rispettosa della privacy, con una personalizzazione limitata della pubblicità. La decisione arriva dopo che, il 23 aprile 2025, la Commissione aveva adottato una decisione di non conformità nei confronti di Meta per la mancata tutela dei diritti degli utenti prevista dal DMA. Bruxelles monitorerà l’attuazione del nuovo modello pubblicitario e raccoglierà feedback da Meta e dagli stakeholder sulla sua efficacia.

WhatsApp, ChatGPT e Telegram verso la designazione come VLOP nel DSA. La Commissione europea si prepara a designare WhatsApp, ChatGPT e Telegram come very large online platforms (VLOP) ai sensi del Digital Services Act (DSA), con conseguente applicazione degli obblighi più stringenti previsti dalla normativa UE. L’annuncio è stato fatto da Irene Roche Laguna (DG CNECT) nel corso di un’audizione presso la commissione IMCO del Parlamento europeo. Il DSA impone alle piattaforme di pubblicare i dati sugli utenti o di dichiarare se superano la soglia dei 45 milioni di utenti attivi mensili nell’UE. WhatsApp ha già superato tale soglia, mentre per ChatGPT la valutazione è più complessa: la Commissione sta svolgendo una due diligence per stabilire se considerare il servizio come un’unica piattaforma o come più servizi distinti. A Telegram è stato invece chiesto di aggiornare i dati relativi al numero di utenti.

La Commissione prepara linee guida operative per l’attuazione dell’AI Act. La Commissione europea sta preparando un ampio pacchetto di linee guida pratiche per supportare l’attuazione dell’AI Act. L’AI Office chiarirà come applicare le nuove regole, inclusi la classificazione dei sistemi ad alto rischio, gli obblighi di trasparenza, la segnalazione degli incidenti, le responsabilità lungo la catena del valore, il monitoraggio post-commercializzazione e sistemi semplificati di gestione della qualità per le PMI. Nel corso del 2026, le linee guida aiuteranno fornitori e utilizzatori a rispettare gli obblighi previsti e a comprendere l’interazione dell’AI Act con altre normative UE, in particolare quelle sulla protezione dei dati.

McGrath difende la natura volontaria del Democracy Shield UE. Intervenendo alla conferenza annuale dello European Policy Centre “Liberal Democracy Under Threat”, il Commissario europeo Michael McGrath ha difeso la natura volontaria di molte misure previste dal Democracy Shield della Commissione. Secondo McGrath, lo strumento va inteso come complementare alle normative tecnologiche esistenti, come il Digital Services Act e l’AI Act, e non come un quadro autonomo. Il piano, che ha ricevuto più critiche del previsto, include l’istituzione di un Centro europeo per la lotta alla disinformazione. Il Commissario ha ribadito il pieno rispetto delle competenze degli Stati membri in materia elettorale e l’elevato livello di coinvolgimento dei governi nazionali.

Digital Fairness Act e CPC 2.0 attesi per la fine del 2026. Il Digital Fairness Act sarà presentato fra circa un anno. Lo ha annunciato il Commissario UE alla tutela dei consumatori Michael McGrath il 1° dicembre, in occasione della Giornata mondiale del consumatore. Il nuovo atto legislativo punta a contrastare le pratiche di design manipolativo e le tecniche di pressione utilizzate dalle piattaforme di e-commerce per influenzare le scelte dei consumatori. Entro fine 2026 la Commissione prevede di rivedere anche il regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC), con l’obiettivo di rafforzare e centralizzare a livello europeo i poteri di indagine e di enforcement.

Concorrenza, la Commissione UE indaga su Google per l’uso dei contenuti web nell’IA. La Commissione europea ha avviato un’indagine formale antitrust per verificare se Google abbia violato le norme UE sulla concorrenza utilizzando i contenuti degli editori web e quelli caricati su YouTube per lo sviluppo e l’erogazione di servizi di intelligenza artificiale generativa. L’indagine intende chiarire se Google stia abusando della propria posizione dominante imponendo condizioni contrattuali sleali a editori e creatori di contenuti o concedendosi un accesso privilegiato ai loro materiali, a discapito degli sviluppatori concorrenti di modelli di IA. Al centro dell’attenzione ci sono in particolare i servizi AI Overviews e AI Mode integrati nel motore di ricerca: sintesi e risposte generate dall’IA che si baserebbero sui contenuti editoriali senza un’adeguata remunerazione e senza offrire agli editori una reale possibilità di opporsi all’utilizzo, pena la perdita di visibilità su Google Search.
La Commissione sta inoltre valutando l’uso da parte di Google dei video e di altri contenuti caricati su YouTube per l’addestramento dei propri modelli di IA generativa. Secondo Bruxelles, i creatori sarebbero obbligati a concedere tale utilizzo senza compensazione, mentre l’accesso agli stessi contenuti è precluso agli sviluppatori concorrenti. Se confermate, le pratiche potrebbero configurare una violazione dell’articolo 102 del TFUE sull’abuso di posizione dominante.

La Commissione UE multa X per 120 milioni: violato il Digital Services Act. La Commissione europea ha inflitto a X (ex Twitter) una sanzione da 120 milioni di euro per violazioni degli obblighi di trasparenza previsti dal Digital Services Act (Dsa). È la prima decisione di non conformità adottata nell’ambito del nuovo regolamento europeo sui servizi digitali. Secondo Bruxelles, la piattaforma utilizza in modo ingannevole la spunta blu, attribuibile a chiunque paghi un abbonamento senza una reale verifica dell’identità. Questo renderebbe difficile per gli utenti valutare l’autenticità degli account e li esporrebbe a truffe e manipolazioni. La Commissione ha inoltre riscontrato gravi carenze nell’archivio pubblicitario di X, giudicato poco trasparente, difficile da consultare e privo di informazioni essenziali su contenuti, finalità e finanziatori degli annunci. Criticità anche sull’accesso ai dati pubblici per i ricercatori, ostacolato da divieti e barriere considerate ingiustificate.X avrà 60 giorni lavorativi per rimediare all’uso ingannevole delle spunte blu e 90 giorni per presentare un piano d’azione su pubblicità e accesso ai dati. Il mancato rispetto potrà comportare ulteriori sanzioni.

TikTok, accordo con la Commissione Ue su archivi pubblicitari trasparenti. La Commissione europea ha ottenuto da TikTok l’impegno a rendere pienamente accessibili e trasparenti gli archivi pubblicitari della piattaforma, in conformità al Digital Services Act (Dsa). L’intesa arriva al termine di un dialogo approfondito avviato nell’ambito dell’indagine della Commissione e delle constatazioni preliminari pubblicate a maggio 2025. Gli impegni vincolanti presentati da TikTok prevedono, tra l’altro, la pubblicazione del contenuto completo delle inserzioni così come visualizzate nel feed degli utenti, comprese le Url presenti negli annunci. La piattaforma si è inoltre impegnata ad aggiornare l’archivio pubblicitario entro un massimo di 24 ore dalla diffusione delle inserzioni. TikTok fornirà inoltre informazioni sui criteri di targeting scelti dagli inserzionisti, accompagnate da dati aggregati sugli utenti raggiunti, come genere, fascia d’età e Stato membro e l’introduzione di nuove opzioni di ricerca e filtri per facilitare l’individuazione delle inserzioni. Il Dsa impone alle piattaforme digitali di mantenere archivi pubblicitari accessibili e consultabili, strumenti fondamentali per contrastare truffe, annunci illegali o fuorvianti e operazioni di disinformazione, anche in ambito elettorale. La Commissione monitorerà l’attuazione degli impegni, che dovranno essere rispettati entro un periodo compreso tra 2 e 12 mesi.

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