È questo fil rouge che lega tutti gli interventi all’incontro “tavolo istituzionale” che ha aperto la sessione pomeridiana del World Radio Day 2025 (WRD25), evento organizzato da RadioSpeaker.it a Milano. Il panel ha visto la partecipazione di Laura Aria e Massimiliano Capitanio (AGCOM), Patrizia Catenacci (MIMIT), Rosario Alfredo Donato (CRTV), Monica Gallerini (FCP Assoradio), Anna Maria Genzano (Audiradio), Marco Rossignoli (Aeranti Corallo). Liberare il potenziale delle radio accomuna tutti i contributi – regolatore, amministrazione, referenti di mercato, associazioni – e tutti i temi toccati – prominence, frequenze, ascolti, diritti connessi – e rappresenta un auspicio e un lavoro sinergico: rilanciare la radio, mezzo che rimane il più resiliente, ma che necessita di iniziative e politiche attive.

Da sinistra a destra: Monica Gallerini, Rosario A. Domato, Giorgio D’Ecclesia, Massimiliano Capitanio
Prominence. L’Agcom è stata la prima autorità regolatrice in Europa ad attenzionare la radio in termini di prominence, e ad avviare un Tavolo dedicato per regolarne l’accessibilità e visibilità sui diversi device, piattaforme, tecnologie di consumo. Il tavolo, avviato a novembre 2024, raggruppa tutti gli stakeholder del settore ed è ora alla sua terza seduta. “Entro marzo le prime indicazioni su quella che è una certezza: tutte le emittenti radio, nazionali e locali, pubblica e private, trasmesse su FM, DAB, o IP dovranno essere visibili su tutti i terminali e le piattaforme con tecnologia per switchare da una all’altra“, ha detto Massimiliano Capitanio, Consigliere Agcom. Il discrimine, come noto, è che si tratti di servizi di interesse generale (SIG, ossia tutte le emittenti con autorizzazioni e testate giornalistiche registrate per la diffusione di informazione, ndr). “La grande partecipazione, AGCOM ha ricevuto richieste da 1163 soggetti , conferma la vivacità del settore”, ha detto Capitanio, “ma richiede tempi un po’ più lunghi per le verifiche di conformità, pur procedendo per rientrare nelle scadenze prefissate: per la radio, oltre le prime novità entro marzo 2025, se l’icona TV sarà visibile sui televisori a partire da maggio 2025, l’icona radio sui televisori da maggio 2026. Agcom è consapevole dell’importanza del tema per il pluralismo e la democrazia, e lo presidia, pronta a fare quanto necessario, come nel caso del telecomando numerico per la TV, per sfuggire alle gabbie tecnologiche che dis-intermediano l’accesso degli ascoltatori ai contenuti degli editori radiofonici”. Sul tema dei nuovi modelli di automobili, ha concluso, è in atto un confronto anche con l’Antitrust per ridefinire il concetto di device.
Frequenze DAB per il settore locale, è questa un’altra questione che si è sbloccata di recente, ad opera dell’intervento del Mimit, rappresentato al WRD25 da Patrizia Catenacci, Direzione generale per il digitale e le telecomunicazioni. Il Ministero con decreto 206/22 ha avviato la prima fase di assegnazione ai consorzi, ma in alcune aree tecniche la carenza di frequenze disponibili richiede un beauty contest, le cui regole sono di imminente pubblicazione. A domanda se in questo processo possa intervenire anche la recente disponibilità del multiplex nazionale n.12, non assegnato, la Catenacci ha risposto che “la richiesta di ri-destinazione nasce dal Mimit, Agcom si è spesa con la delibera, e presto si potrà arrivare a una nuova pianificazione e rimettere in gioco e dare ossigeno alle aree con carenza di frequenze”.
Ascolti, la nuova Audiradio. Riguardo agli ascolti, Anna Maria Genzano, Vicepresidente di Audiradio, ha descritto le principali novità: l’esistenza di un nuovo soggetto giuridico per la misurazione – dal Media Owned Committee – MOC ERA (ex Ter) al Joint Industry Committee – JIC Audiradio, che vede accanto agli editori radiofonici anche le associazioni che rappresentano gli investitori pubblicitari e le aziende che operano nel campo della consulenza di comunicazione (in sostanza chi investe e chi pianifica). “C’è un soggetto rappresentativo di tutto il mercato e un soggetto (Agcom) che vigila su un’attività che deve conformarsi ai principi sanciti dalla legge, vale a dire veridicità, trasparenza, correttezza tecnologica della misurazione, come previsto dal Testo Unico e, a livello UE, dall’EMFA. Dal punto di vista oggettivo, la nuova indagine Audiradio è di tipo ibrido. Essa affianca nuovi strumenti garantendo continuità alla currency: gli ascolti live vengono rilevati sempre attraverso la CATI, ma i questionari sono stati semplificati e separati per le radio nazionali e locali, ciò al fine di avere interviste di durata inferiore e meno cadute“. Oltre all’indagine di tipo quantitativo c’è anche quella censuaria con l’SDK per rilevare l’ascolto digitale, alla luce delle nuove modalità sia di diffusione dei contenuti radiofonici sia di fruizione degli stessi da parte degli utenti. “Per quanto riguarda i rilasci, si avranno dati su base trimestrale per le nazionali, ma a partire da luglio 2025, per attendere anche i dati delle radio locali”, ha aggiunto. Alla domanda sul perché si sono escluse dal monitoraggio le radio native digitali DAB, Genzano ha risposto Il DAB in Italia ha avuto uno sviluppo non uniforme, a due velocità, da una parte gli operatori di rete nazionale con una copertura vasta, ormai da diversi anni, che raggiunge oggi circa il 90% della popolazione, e dall’altra l’emittenza locale che ha visto assegnati i diritti d’uso solo negli ultimi mesi e non su tutto il territorio. Per evitare di penalizzare alcune categorie di operatori, si è ritenuto più opportuno procedere a verifiche periodiche degli sviluppi di mercato della tecnologia diffusiva e si valuterà, man mano, la possibilità di includere nel perimetro della ricerca gli operatori nativi digitali DAB, laddove tale opzione risultasse ragionevole e necessaria. Ad ogni modo non si dovrà attendere molto, poiché i dati di sviluppo del DAB, anche a livello europeo, sono confortanti. Di recente World DAB ha forniti i dati sui ricevitori venduti nel mondo (150 mln) che si affiancano al rapido avanzamento della copertura in diversi mercati europei, ha concluso.
DAB: switch off quando il mercato sarà pronto. Lato “giuridico”, la radio non avrà switch off, deciderà il mercato, differentemente dalla TV, che ha dovuto spegnere il segnale analogico in tempi dettati dalla UE, come previsto dalla legge del 2001 che riconosce il dab come una naturale evoluzione della radio FM, ha detto Laura Aria, Consigliere Agcom. Tuttavia, si è ancora a metà del guado, il dab non è sviluppato omogeneamente sul territorio nazionale, ma lo sviluppo nell’ultimo anno si è accelerato, grazie all’avvio della risoluzione del problema frequenze, che ha scontato, nei 24 anni trascorsi dal 2001 l’attesa della liberazione delle stesse post refarming e switch off della tv. Alla domanda se il futuro è DAB, la Aria ha ribadito che “la radio ha nel suo DNA la capacità di adattarsi e al tempo stesso rimanere costante – fonte di info, intrattenimento, finestra sul mondo, social – caratteristiche che prescindono dalla piattaforma”.
Diritti connessi: la banca unica. “non si può stabilire un prezzo se non si sa cosa si compra: la banca dati unica delle opere audiovisive e dei fonogrammi è necessaria perché bisogna assicurare al mercato il principio fondamentale per il suo corretto funzionamento, ossia la trasparenza” ha detto Rosario Alfredo Donato, Direttore Generale Confindustria Radio Televisioni “Difficoltà tecniche a creare il database non possono essercene, la tecnologia è in grado di trovare tutte le soluzioni possibili. Ci sono, piuttosto degli interessi, legittimi, di chi possiede i dati: ma creare il database significa stabilire regole chiare e certe per tutti, lavoriamo per questo“. Donato ha quindi ringraziato Agcom per il lavoro fatto sulla prominence e sulla gestione dei diritti, “ma il problema per trovare una soluzione necessita di nuove norme, stiamo lavorando su questo“.
CRTV ha patrocinato l’evento, che ha avuto ottimi risultati (si veda il comunicato).
Il video è disponibile sul canale YouTube di CRTV.


