Media Freedom Act e AI Act, l’Europarlamento approva. Nella plenaria dell’Europarlamento del 13 marzo sono stati approvati due regolamenti importanti per il settore radiotelevisivo, il Media Freedom Act, e l’AI Act. Diamo anche conto di due iniziative “a latere”: un rapporto e una bozza di convenzione del Consiglio d’Europa, relativi, rispettivamente, alla libertà dei media e i diritti umani e l’IA. Diamo conto anche dei “prossimi 10 passi” individuati dal relatore del provvedimento, per rendere tale regolazione efficace e foriera di sviluppo per l’UE e delle maggiori evidenze dalla conferenza sull’innovazione dei media organizzata della Presidenza di turno belga.
Il Parlamento europeo ha adottato l’accordo sullo European Media Freedom Act (464 voti favorevoli, 92 contrari e 65 astensioni). La norma prevede, fra l’altro, il divieto di utilizzo di spyware contro i giornalisti (tranne in casi rigorosamente definiti), trasparenza sulla proprietà dei media, oltre a meccanismi per impedire che le piattaforme online molto grandi possano arbitrariamente limitare la libertà di stampa. L’atto deve ora essere approvato ufficialmente dal Consiglio, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, per poi entrare in vigore 15 mesi dopo la sua pubblicazione, entro la fine del 2025.

In tema libertà dei media e dei giornalisti, il recente rapporto del Consiglio d’Europa “Press Freedom in Europe: Time to Turn the Tide” sollecita la Commissione europea a rafforzare la tutela della libertà di stampa, raccomandando, dopo le elezioni di giugno, la nomina di un della Commissione dedicato a supervisionare la libertà di stampa e far adottare un approccio più assertivo nei confronti degli Stati membri che trascurano la sicurezza dei giornalisti; richiede, inoltre, rapporti più forti sullo Stato di diritto con raccomandazioni specifiche sulla libertà dei media e misure contro l’uso di spyware sui giornalisti, ricollegandosi al riguardo anche allo European Media Freedom Act (EMFA); evidenzia, infine, le preoccupazioni relative alla regolamentazione del materiale pedopornografico online e all’attuazione del Digital Services Act (DSA), relative, fra l’altro, all’efficacia e l’indipendenza dei coordinatori nazionali dei servizi digitali.
Nella stessa seduta plenaria, l’Europarlamento ha approvato anche l’accordo sulla legge sull’intelligenza artificiale (AI Act) con una maggioranza più ampia, 532 voti favorevoli. Il regolamento sull’intelligenza artificiale delinea misure rigorose contro le applicazioni di intelligenza artificiale ad alto rischio che potrebbero violare i diritti dei cittadini, come la raccolta di dati biometrici senza consenso e pratiche di intelligenza artificiale manipolative o discriminatorie. E introduce un sistema a più livelli di obblighi per gli sviluppatori di intelligenza artificiale, concentrandosi sui livelli di rischio e sul potenziale di impatto, con esenzioni speciali per le forze dell’ordine, in condizioni rigorosamente controllate. Diverse associazioni di titolari dei diritti hanno accolto con favore l’adozione della norma sull’IA in una dichiarazione congiunta, ringraziando i deputati per il ruolo essenziale svolto durante tutto il processo legislativo. Il regolamento dovrà ora essere approvato formalmente dal Consiglio dell’UE, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE e sarà pienamente applicabile 24 mesi dopo la sua entrata in vigore, fatta eccezione per: i divieti di pratiche vietate, che si applicheranno 6 mesi dopo la data di entrata in vigore; i codici di condotta (9 mesi) e le norme generali sull’IA, compresa la governance (12 mesi); e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio (36 mesi). Nonostante l’entrata in vigore, per alcune sue parti, sia in là nel tempo, il regolamento UE rappresenta la prima regolazione di sistema al mondo sulla IA.
Semplificare gli adeguamenti, evitare inutili oneri burocratici e lasciare spazio all’innovazione: al riguardo sull’AI Act si segnala la posizione di Axel Voss (PPE, Germania), relatore ombra sul provvedimento, per rendere tale norma un punto di riferimento globale. La posizione è sintetizzata in 10 passaggi in un post su Linkedin:
- Armonizzare le norme tecniche
- Armonizzare le linee guida, i termini contrattuali tipo e i modelli
- Correggere le sovrapposizioni legali
- Migliorare il sistema di governance
- Semplificare gli spazi di sperimentazione normativa
- Semplificare la conformità per le PMI
- Facilitare l’addestramento e l’accesso a set di dati di alta qualità
- Sviluppare una strategia di intelligenza artificiale completa
- Attirare talenti per l’AI Office
- Sospendere le penalità fino al completamento di questi passaggi
L’eurodeputato sottolinea in particolare la questione centrale del diritto d’autore, sulla quale l’AI Act ad oggi non fornisce una soluzione chiara per gli sviluppatori europei di intelligenza artificiale che vorrebbero rispettare le norme europee, né facilita l’accesso a set di dati di qualità. Voss invita la Commissione a fornire linee guida specifiche, inclusa una sintesi delle norme settoriali applicabili, come quelle, appunto, sul diritto d’autore, e al riguardo auspica che la stessa effettui un’analisi approfondita per individuare contraddizioni e sovrapposizioni tra tutti i testi che hanno implicazioni per i fornitori. Da questo link è accessibile la brochure informativa con il dettaglio dei 10 punti.
Sull’intelligenza artificiale si segnala anche che il Consiglio d’Europa ha finalizzato una Convenzione quadro sull’intelligenza artificiale e i diritti umani, segnando quello che l’organizzazione per i diritti umani di 46 paesi ha descritto come “un risultato straordinario”, recita il comunicato. Il trattato impone agli sviluppatori e agli utenti dell’intelligenza artificiale di rispettare principi quali la dignità umana, la privacy, lo stato di diritto e la democrazia. Tuttavia, il trattato obbligherà solo “le autorità pubbliche o gli attori privati che agiscono per loro conto”, escludendo le società private a meno che esse non svolgano compiti pubblici: la decisione è arrivata a seguito di accesi dibattiti tra gli Stati Uniti, che sostenevano le esenzioni per il settore privato, e la Commissione Europea, che cercava una più ampia applicabilità. Il trattato esenta inoltre dalle sue disposizioni i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per la sicurezza nazionale o la ricerca. Sebbene manchi di regole dirette per gli enti privati, si richiede ai governi di gestire i rischi derivanti dall’uso aziendale dell’intelligenza artificiale e di rilasciare dichiarazioni di adesione. Il testo definitivo del trattato attende ora l’adozione da parte dei ministri degli Stati membri e la successiva ratifica per diventare vincolante. La Convenzione quadro sull’intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto è stata completata dal Comitato sull’intelligenza artificiale (CAI) del Consiglio d’Europa. Il progetto di testo sarà sottoposto al Comitato dei Ministri per l’adozione e sarà aperto alla firma, anche di Paesi extra UE, in una fase successiva.
In questi giorni ((13 e 14 marzo) si è svolta anche la Conferenza della Presidenza Belga sull’Innovazione dei Media. Secondo quanto riportato da AER (associazione Europea Radio, di cui CRTV è membro) lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è stato al centro delle discussioni, insieme al ruolo dei dati nella sfera dei media. Fra le principali evidenze emerse si segnala la conferma di Giuseppe Abbamonte (direttore per i media presso la DG CNECT), e la richiesta di protezione del diritto d’autore per i contenuti creati con l’assistenza dell’intelligenza artificiale con la supervisione umana. Tom Rubin di OpenAI, presente all’incontro, ha affermato che la formazione di ChatGTP si è basata sul fair use secondo la legge statunitense. Lo stesso giorno, Open AI ha annunciato partnership con Le Monde e Prisa Media per fornire contenuti sugli eventi recenti in ChatGPT, che contribuiranno al training di nuovi modelli di IA. Discoverability e prominence dei media rispetto alle piattaforme sono state le questioni sollevate più di frequente dai partecipanti, come prossimo aspetto che dovrà essere affrontato con un intervento legislativo.
In chiusura si segnala che un altro atto di questa legislatura è in dirittura d’arrivo, approvato dal Consiglio, in attesa della firma e della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della UE: il regolamento sulla comunicazione politica, che prevede norme sulla trasparenza e il targeting della stessa. L’entrata in vigore è prevista 20 giorni dopo la pubblicazione, anche se la maggior parte delle disposizioni inizieranno ad applicarsi solo 18 mesi dopo, nell’autunno 2025.
Fra le fonti, AER, che si ringrazia