Ultime dalla UE: accessibilità digitale, DMA, GDPR, AI Act, semestre danese

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Accessibilità digitale, la direttiva è entrata in vigore. È entrata in vigore sabato 28 giugno, 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta UE, la direttiva (UE) 2019/882 del 17 aprile 2019 sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi ( European Accessibility Act, Eaa), che ha l’obiettivo di rendere prodotti e servizi chiave come telefoni, computer, e-book, servizi bancari e comunicazioni elettroniche più accessibili alle persone con disabilità. L’Eaa punta a ridurre le barriere per le persone con disabilità, ad esempio nel mondo del lavoro rendendo più facile la piena partecipazione alle apparecchiature informatiche e facilitando le tecnologie assistive.
La direttiva stabilisce requisiti comuni di accessibilità in tutta l’UE per determinati prodotti e servizi, es. le dimensioni adeguate dei caratteri alle funzioni text-to-speech nei terminali di pagamento self-service, negli e-reader e negli smartphone e altro ancora e con questo mira a semplificare le regole per gli operatori economici che finora si sono trovati ad affrontare requisiti di accessibilità divergenti e spesso contraddittori a livello transfrontaliero, facilitando anche alla mobilità dei cittadini. Secondo la Commissione, a trarne vantaggio saranno le imprese che potranno contare su norme comuni sull’accessibilità nell’UE che porteranno a una riduzione dei costi, commerci transfrontalieri più facili, maggiori opportunità di mercato per i loro prodotti e servizi; nonché le persone con disabilità e gli anziani con prodotti e servizi più accessibili sul mercato, a prezzi più competitivi,  minori barriere nell’accesso ai trasporti, all’istruzione e al mercato del lavoro, più posti di lavoro disponibili nel campo della accessibilità. La direttiva riguarda in particolare prodotti e servizi che sono stati identificati come più importanti per le persone con disabilità, e che hanno maggiori probabilità di avere requisiti di accessibilità divergenti nei vari paesi dell’UE. Fra questi, oltre a servizi relativi al trasporto passeggeri, servizi bancari, computer e sistemi operativi, bancomat, biglietterie automatiche e check-in, smartphone, apparecchi TV per servizi di televisione digitale, servizi di telefonia e apparecchiature correlate, servizi di comunicazione elettronica, e-book, e-commerce, indica la pagina dedicata della Commissione dove sono contenuti anche i link a tutti i documenti preparatori, quali valutazione d’impatto e risultati delle consultazioni.

DMA, consultazione pubblica sulla prima revisione. La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica nell’ambito della prima revisione formale del Digital Markets Act (DMA). La consultazione invita un’ampia gamma di parti interessate – tra cui cittadini dell’UE, PMI, organizzazioni imprenditoriali e società civile – a fornire feedback sull’ impatto, l’efficacia attuale e futura del DMA, in particolare alla luce di tecnologie emergenti quali i servizi basati sull’intelligenza artificiale. La consultazione cercherà inoltre di raccogliere dati su attuazione e impatto della norma, per verificare se abbia raggiunto l’obiettivo di garantire mercati digitali equi; valuterà se siano necessari adeguamenti alle norme relative ai gatekeeper designati e l’estensione dei requisiti di interoperabilità alle piattaforme di social network. La Commissione ha riconosciuto che la revisione sarà limitata dal breve periodo di piena applicazione della norma. I contributi confluiranno in una relazione che sarà presentata al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo, come previsto dal regolamento. La Commissione completerà questa prima revisione entro il 3 maggio 2026, con revisioni successive previste ogni tre anni. Le parti interessate hanno tempo fino al 24 settembre 2025 per contribuire alla consultazione. Si ricorda che sono in corso workshop pubblici per valutarne la conformità, con particolare attenzione alle modalità di interazione del DMA con le tecnologie emergenti, in particolare l’intelligenza artificiale.

GDPR, il Gruppo di lavoro “Telecomunicazioni” del Consiglio valuta la revisione. Martedì 24 giugno, il Gruppo di lavoro “Telecomunicazioni” del Consiglio dell’UE ha dibattuto su una possibile revisione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). La Polonia, che detiene la presidenza di turno dell’UE, sta cercando il contributo degli Stati membri in merito a una possibile revisione del GDPR chiedendo, fra l’altro agli Stati membri quali parti interessate e settori dovrebbero essere inclusi nelle prossime consultazioni sul GDPR e quali tipi di prove, come dati sulla competitività, sulle PMI o sui diritti fondamentali, dovrebbero supportare le valutazioni d’impatto. Ha inoltre chiesto se gli sforzi di semplificazione dovessero estendersi oltre le dimensioni aziendali per includere altri criteri e se fossero stati compiuti sufficienti progressi dopo le conclusioni del Consiglio del 2023 su argomenti quali i dati dei minori, la profilazione, la pseudonimizzazione, i dati per la ricerca e la condivisione di informazioni con le forze dell’ordine, e se queste dovessero rimanere prioritarie. In seno al Gruppo di lavoro, la Francia ha chiesto una revisione più ampia del GDPR alla luce dei progressi nell’intelligenza artificiale, Germania, Italia e Spagna non hanno spinto per una revisione, ma hanno messo in guardia dalle incongruenze tra il GDPR e la legge sull’intelligenza artificiale. Al contrario, Paesi Bassi, Ungheria e Svezia, insieme alla Spagna, hanno espresso preoccupazione sulla revisione, che potrebbe depotenziare la norma.

AI Act, attuazione: sospensione o rinvio? Sempre durante la riunione del Gruppo di lavoro Telecomunicazioni del Consiglio del 24 giugno, gli Stati membri hanno discusso anche la possibilità di sospendere l’attuazione della legge sull’IA. A fronte della mancanza di un accordo generale al riguardo – Germania, Repubblica Ceca e Grecia sostengono lo “stop the clock”, Svezia, Paesi Bassi e Spagna sono più cauti e preoccupati dell’incertezza giuridica che ne deriverebbe –  esiste un consenso più ampio per risolvere le sovrapposizioni tra la legge sull’IA e il GDPR. CCIA Europe (Computer and Communications Industry Association), sta esortando i leader dell’UE a rinviare l’attuazione della legge sull’IA nel timore che la Commissione europea non sia preparata a rispettare determinate scadenze. Sebbene, secondo la CCIA, le norme per le IA di uso generale dovrebbero entrare in vigore il 2 agosto, mancano ancora le linee guida essenziali necessarie per la conformità. Nel frattempo, un gruppo di accademici ha inviato una lettera a Ursula von der Leyen, esortando l’esecutivo dell’UE a resistere alle pressioni di “sospendere il cronometro”. Gli accademici chiedono anzi un meccanismo di revisione “solido e multilaterale” e un forte potere esecutivo per l’Ufficio per l’IA.

Parte il semestre di presidenza UE della Danimarca. Disinformazione e tutela minori online fra le priorità di rilevo per il nostro settore. “Un’Europa forte in un mondo che cambia”, è il motto scelto dalla Danimarca per il semestre che li vede alla Presidenza della UE, inaugurato il 1 luglio. La priorità sono  difesa e sicurezza,  economia e competitività all’interno di uno scenario imprevedibile. Tra i 16 Paesi che finora hanno richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita per finanziare la difesa c’è anche la Danimarca, scelta che ha segnato l’uscita di Copenaghen dal club dei Paesi frugali. Per quanto riguarda il nostro settore, il programma indica particolare attenzione a “un’informazione indipendente e affidabile, fondamentale per democrazie dinamiche e resilienti” specie alla luce dei cambiamenti geopolitici e tecnologici che “accrescono la necessità di garantire ai cittadini l’accesso a notizie affidabili“. Si cita il Democracy Shield – “la Presidenza promuoverà ulteriori lavori sugli aspetti mediatici di uno Scudo europeo per la democrazia, in grado di proteggere le nostre democrazie dalla disinformazione e dalle interferenze straniere. Gli sforzi si concentreranno sulla garanzia di condizioni eque per media indipendenti, pluralistici e editorialmente responsabili, compresi i media di servizio pubblico“, nell’ambito di nuove norme/aggiornamenti di di esistenti, il Digital Networks Act, e la direttiva sui servizi di media audiovisivi.(link al sito web ufficiale). Si sa inoltre che la Danimarca intende dedicare l’intera agenda della riunione informale dei ministri del digitale del 9-10 ottobre alla protezione dei minori online. Lo ha dichiarato il ministro per il digitale danese  per il digitale Caroline Stage Olsen a valle dell’incontro del Consiglio di giugno, un’iniziativa in linea con la richiesta di Francia, Grecia e Spagna, cui si è aggiunto  l’appoggio di Italia, Cipro e Slovenia. Obiettivo è rafforzare le misure di protezione dei minori nello spazio digitale con controlli più severi sull’età sui social media e sui siti web pornografici, citando fra le preoccupazioni, lo sviluppo cognitivo e relazionale dei bambini, nonché i crescenti rischi per la salute mentale. Il Digital Services Act (DSA) dell’UE richiede alle piattaforme di attuare misure di protezione ma mancano robusti meccanismi di verifica e restrizioni all’ accesso lasciando  alle piattaforme ampio margine di discrezionalità (si v. articoli di Euractiv).Sembra infine che la presidenza danese intenda sostenere la riapertura delle principali norme europee sulla protezione dei dati per effettuare una “revisione mirata” che alleggerisca gli oneri amministrativi per le piccole imprese. La Danimarca ha invitato la Commissione a valutare modifiche mirate al Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e alla Direttiva e-Privacy, in particolare rispetto all’obbligo di consenso per i cookie di tracciamento: l’eliminazione dell’obbligo per gli utenti di fornire il consenso preventivo ridurrebbe significativamente i costi di conformità per le imprese europee.





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