Parlamento UE, a valle delle elezioni europee, i prossimi passi, le nomine della Commssione, gli eurodeputati del settore confermati. IA, la Convenzione Internazionale del Consiglio d’Europa e la collaborazione fra Apple e OpenAI per integrare ChatGPT in Siri tra preoccupazioni antitrust e dibattiti sulla privacy.
Elezioni UE, i prossimi passi per il Parlamento Europeo. La prima sessione plenaria della nuova legislatura si svolgerà dal 16 al 19 luglio a Strasburgo. Prima di tale sessione, i nuovi deputati formeranno gruppi basati sulle idee politiche condivise. Un gruppo politico deve avere almeno 23 deputati provenienti da sette paesi dell’UE. I deputati non possono appartenere a più di un gruppo politico; in alternativa, possono scegliere di non aderirvi ed essere “non iscritti”. Nuovi gruppi possono essere creati in qualsiasi momento durante la legislatura. Nella legislatura 2019-2024 c’erano sette gruppi politici. Nella prima plenaria, il Parlamento eleggerà il nuovo presidente, i vicepresidenti e i questori, oltre a decidere il numero di deputati che siederanno in ciascuna commissione parlamentare. In una fase successiva, i deputati voteranno per eleggere un nuovo presidente della Commissione europea. Il presidente della Commissione europea è nominato dai leader dei paesi dell’UE riuniti nel Consiglio europeo. Il candidato prescelto deve ottenere il sostegno della maggioranza dei deputati. Il Parlamento europeo sostiene il processo del “candidato capolista”, ossia i partiti politici europei annunciano i loro candidati alla presidenza della Commissione europea prima delle elezioni. L’attuale presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, è la candidata principale del gruppo PPE, il più numeroso del Parlamento europeo. Dopo l’approvazione del presidente della Commissione, i deputati valuteranno i candidati alla carica di commissario attraverso audizioni pubbliche. Per entrare in carica la nuova Commissione dovrà ottenere l’approvazione del Parlamento in una votazione in plenaria. Nel frattempo, i deputati riprenderanno a esaminare e modificare la legislazione, a controllare il lavoro delle altre istituzioni dell’UE e a discutere questioni di attualità. Per il nostro settore fra gli eurodeputati rieletti si segnalano : Sabine Verheyen (PPE), presidente della commissione Cultura, ritorna, come confermato dalla sua squadra; Christel Schaldemose (S&D, Danimarca), relatrice per la legge sui servizi digitali (DSA), è stata rieletta; come pure Moritz Körner (Renew, Germania), difensore delle libertà digitali nel Comitato per le libertà civili (LIBE).
Prima convenzione internazionale giuridicamente vincolante sull’intelligenza artificiale. La convenzione intende garantire il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto nell’uso dei sistemi di AI, sia nel settore pubblico che privato. Principale obiettivo della Convenzione quadro è infatti assicurare che il potenziale delle tecnologie di intelligenza artificiale (AI) sia sfruttato in modo responsabile, rispettando e promuovendo i valori condivisi dalla comunità internazionale, come i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto. I sistemi di AI offrono opportunità senza precedenti, ma comportano anche rischi significativi, tra cui la discriminazione, la disuguaglianza di genere, la compromissione dei processi democratici, la violazione della dignità umana o dell’autonomia individuale, e l’uso improprio da parte degli Stati a fini repressivi. La Convenzione fa propria la definizione adottata dall’OCSE l’8 novembre 2023, e sostanzialmente coincidente con quella del Regolamento Europeo sull’AI (AI Act), la scelta della definizione dell’OCSE è volta a rafforzare la cooperazione internazionale e facilitare gli sforzi per armonizzare la governance dell’AI a livello globale. La Convenzione è poi imperniata sul concetto di “ciclo di vita”, che copre tutte le fasi di esistenza dell’AI e anche in questo caso l’approccio è simile a quello dell’AI Act, (obblighi di trasparenza e l’adozione di un sistema di gestione dei rischi).Oggetto della Convenzione tuttavia sono quelle specifiche attività che possono interferire con i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto. In questo l’approccio del Consiglio d’Europa si distingue dall’AI Act Inoltre, la Convenzione regola l’uso dei sistemi di AI sia nel settore pubblico che privato. La Convenzione stabilisce una serie di principi generali da attuare in conformità agli ordinamenti giuridici nazionali, formulati genericamente in modo da poter essere applicati con flessibilità: rispetto della dignità umana e dell’autonomia individuale, trasparenza e supervisione dei sistemi di AI (della trasparenza rilevano soprattutto gli aspetti di spiegabilità e interpretabilità); responsabilità (c.d. accountability), eguaglianza e non discriminazione, tutela dei dati personali, affidabilità sulla base di standard tecnici e misure in chiave di robustezza, accuratezza, integrità dei dati e cybersicurezza, e, infine, innovazione sicura in ambienti controllati (ad esempio, sandbox regolamentari). La Convenzione impone di tenere in debita considerazione le esigenze e le vulnerabilità specifiche riguardanti le persone affette da disabilità e i minori, e di promuovere l’alfabetizzazione digitale. Dal 5 settembre 2024 la Convenzione sarà aperta alla firma in occasione della Conferenza dei Ministri della Giustizia a Vilnius (Lituania) il 5 settembre 2024. La firma è aperta non solo agli stati membri del Consiglio d’Europa, ma anche dei paesi terzi che hanno contribuito alla sua elaborazione, tra cui Argentina, Australia, Canada, Giappone, Israele, Stato della Città del Vaticano e USA, oltre che dell’UE. Una volta in vigore, altri Stati non membri potranno essere invitati ad aderirvi. La Convenzione entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data in cui almeno cinque firmatari, incluso un minimo tre stati membri del Consiglio d’Europa, avranno espresso il loro consenso ad esserne vincolati.
Testo della Framework-Convention e Explanatory Report
Apple e OpenAI. Apple ha annunciato una partnership con OpenAI per integrare ChatGPT nel suo assistente digitale, Siri, e nei suoi strumenti di scrittura a livello di sistema. Questa mossa, rivelata alla WWDC 2024 di Apple, mira a rafforzare le capacità AI di Apple su iOS 18, iPadOS 18 e macOS Sequoia, disponibili entro la fine dell’anno e aggiornamenti per le cuffie Vision Pro, Apple Watch e le piattaforme TV. Gli utenti interagiranno con ChatGPT tramite Siri, che chiederà l’autorizzazione prima di inviare qualsiasi query o dato ai server di OpenAI. Questa integrazione ha suscitato reazioni e preoccupazioni significative. La Commissione Europea è pronta a rivedere i regolamenti del Digital Markets Act (DMA) alla luce di questo sviluppo, poiché iOS di Apple è già classificato tra i core platform services, la Commissione potrebbe dover valutare se l’integrazione di ChatGPT in Siri è in linea con gli obblighi antitrust esistenti. Un recente rapporto sull’industria del commercio di Coveo evidenzia la crescente influenza di IA generativa sul comportamento dei consumatori, rivelando che il 72% degli acquirenti intervistati si aspetta che le loro esperienze di acquisto online si evolvano con l’integrazione dell’intelligenza artificiale. Persistono preoccupazioni sulla privacy, ma molti consumatori sono disposti a condividere informazioni personali pur di ottenere vantaggi esperienziali e sconti. I dati mostrano anche le sfide continue nelle esperienze post-acquisto, in particolare tra i millennial e la generazione Z, che incontrano spesso problemi con il servizio clienti e le transazioni.
News tratte da fonti varie fra cui Wired.it, Consiglio UE e AER.


