Digital Omnibus, come strumento di semplificazione, consultazione su IA, dati e cookie fatigue. Direttiva sul commercio elettronico e paese d’origine, in una sentenza in itinere.
Corte UE, direttiva sul commercio elettronico. Una misura che costituisce un corollario di disposizioni del diritto penale rientra nel principio dello Stato d’origine: questa è la tesi dell’avvocatura generale proposta alla Corte. La legislazione francese limita alcuni servizi digitali per tutelare l’ordine e la sicurezza pubblici; in particolare, vieta l’accesso dei minori ai siti pornografici e impone agli editori di tali siti di mettere in atto dispositivi tecnici che lo prevengano. Nella causa C-188/24, le società WebGroup Czech Republic e NKL Associates, con sede nella Repubblica ceca,sostengono che tale normativa violi il principio dello «Stato d’origine» previsto dalla direttiva sul commercio elettronico, secondo il quale, per quanto riguarda le prescrizioni rientranti nell’«ambito regolamentato», i servizi sono disciplinati dalla normativa dello Stato membro nel quale il prestatore è stabilito.Il Conseil d’État (Consiglio di Stato) ha chiesto alla Corte di giustizia, in particolare, se l’obbligo imposto agli editori dei servizi online rientri nell’«ambito regolamentato». Secondo l’avvocatura generale, l’ambito regolamentato definito dalla direttiva comprende l’obbligo gravante sugli editori di servizi di comunicazione online di attuare dispositivi tecnici destinati a prevenire la possibilità per i minori di accedere ai contenuti pornografici. Non osterebbe a tale conclusione la circostanza che tali obblighi non riguardano alcuna delle materie disciplinate dalle disposizioni di armonizzazione della direttiva. Link al comunicato.
Digital Omnibus, call for evidence su dati, sicurezza informatica, intelligenza artificiale…La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare contributi (call for evidence) per raccogliere studi e best practice su come semplificare la sua legislazione nel prossimo Digital Omnibus, in particolare per quanto riguarda dati, sicurezza informatica e intelligenza artificiale (IA). In linea con il programma di semplificazione della Commissione per creare un contesto imprenditoriale più favorevole, alleggerendo gli oneri amministrativi e i costi per le imprese, l’iniziativa sostiene inoltre l’obiettivo della Commissione, indicato nella Bussola per la Competitività, di ridurre gli oneri amministrativi di almeno il 25% per tutte le imprese e di almeno il 35% per le piccole e medie imprese. L’invito a presentare contributi scade il 14 ottobre 2025
… e cookie fatigue, in un’ottica di semplificazione digitale e di disciplina della privacy. La Commissione europea, nell’ambito della call for evidence sul Digital Omnibus, ha riaperto anche il dibattito sui cookie banner, con l’obiettivo di ridurre la cookie fatigue e rendere più semplice la disciplina della privacy online. La proposta punta a modificare le regole che facevano capo alla direttiva ePrivacy, limitando la frequenza delle richieste di consenso. L’iniziativa mira sia a rafforzare l’autonomia degli utenti, rendendo il consenso più chiaro e meno invasivo, sia a facilitare la disponibilità dei dati per le imprese, riducendo oneri amministrativi. Il consenso sui cookie è un tema irrisolto da anni. Tentativi come il cookie pledge del 2023 o il progetto di sostituire la direttiva ePrivacy con una normativa più ampia si sono arenati: il primo è stato abbandonato, il secondo ritirato dopo otto anni di stallo. Ciò evidenzia la difficoltà di bilanciare privacy e esigenze economiche legate a pubblicità e analisi dei dati.Ora la Commissione punta sul pacchetto di semplificazione digitale come strumento più pragmatico. L’invito a contributi pubblicato il 16 settembre segnala i cookie banner fra le priorità. La tendenza appare in linea con alcune esperienze internazionali, come ad es.il Regno Unito, che ha ridotto gli obblighi di consenso per i siti senza pubblicità mirata.

