Pubblicità politica, direttiva anti-SLAPP, europeizzazione dell’allocazione dello spettro, influencer, multa ad Apple per abuso di posizione dominante, e denunce a Meta per il modello “pay or consent”. Alla vigilia delle elezioni, si corre per approvare le ultime norme che permettono di regolare il sistema della Rete.
Europarlamento approva regolamento sulla pubblicità politica. Il Parlamento europeo ha approvato l’accordo sulla trasparenza della regolamentazione della pubblicità politica raggiunto dai negoziatori alla fine del 2023. Adottate a fine febbraio, le regole sulla trasparenza della pubblicità politica impongono un’etichettatura chiara per gli annunci politici, che fornisca a cittadini, autorità e giornalisti informazioni accessibili su: targeting degli annunci, sponsorizzazioni, spese e contesto elettorale rilevante, tutte informazioni che dovranno essere rese accessibili tramite un archivio pubblico online. Per salvaguardare ulteriormente i processi democratici europei, la sponsorizzazione di annunci pubblicitari provenienti da paesi extra-UE sarà vietata durante i tre mesi precedenti un’elezione o un referendum. La normativa introduce inoltre rigorosi requisiti di consenso per strategie di targeting e diffusione di dati personali, con divieti di utilizzo di categorie sensibili di dati personali o di i minori. Tali regole sono mirate a proteggere la libertà di espressione, e si applicano solo alla pubblicità politica a pagamento. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, si attende l’adozione formale da parte del Consiglio. Le norme entreranno in vigore 18 mesi dopo tale adozione, tranne alcune disposizioni, 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della UE, e quindi, presumibilmente, in tempo per le prossime elezioni europee. Link al comunicato.
Europarlamento approva anche “direttiva anti SLAPP”. Il 27 febbraio, la sessione plenaria del Parlamento europeo ha confermato anche l’accordo sulle azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPP), un’importante legge volta a tutelare i giornalisti e i difensori dei diritti umani. La direttiva stabilisce standard minimi in tutta l’UE per proteggere i media e gli organi di controllo da azioni legali intese a metterli a tacere. La legislazione consente l’archiviazione anticipata dei casi infondati, definisce in modo ampio i casi “transfrontalieri” e prevede disposizioni per il risarcimento dei danni agli imputati. Celebrata come un passo cruciale verso la sicurezza delle attività giornalistiche e attiviste, la direttiva, spesso definita “Legge di Daphne” in onore della giornalista maltese assassinata Daphne Caruana Galizia, riflette l’impegno dell’UE nel combattere l’uso improprio del contenzioso per ostacolare il discorso pubblico. Con l’adozione della direttiva, gli Stati membri dell’UE hanno il compito di incorporare queste protezioni nella legislazione nazionale entro il 2026.
Mobile World Congress, Breton: “europeizzaziamo” l’allocazione dello spettro. L’ambizioso piano dell’UE per il settore delle telecomunicazioni, presentato dal responsabile del mercato interno Thierry Breton al Mobile World Congress di Barcellona, ha acceso un dibattito sul futuro delle telecomunicazioni all’interno dell’Unione. Pur mirando a un mercato europeo consolidato delle telecomunicazioni, la visione di Breton prevede l’“europeizzazione” dell’allocazione dello spettro, una mossa intesa a razionalizzare e migliorare l’infrastruttura digitale in tutti gli Stati membri. Tuttavia, questa proposta ha incontrato lo scetticismo di figure chiave, tra cui il ministro federale tedesco per il digitale e i trasporti, Volker Wissing, che sostiene un mercato guidato dalla concorrenza piuttosto che un maggiore intervento pubblico. Le preoccupazioni espresse fanno eco a una più ampia perplessità tra le nazioni dell’UE riguardo allo spostamento verso un approccio più centralizzato nella gestione delle risorse di telecomunicazioni, in particolare nell’allocazione dello spettro, risorsa critica tradizionalmente controllata dai singoli stati. La posizione tedesca è a favore della preferenza per i sistemi di aste esistenti e per una gestione flessibile delle licenze rispetto a un quadro normativo unificato. Link al keynote speech di Breton.
Presidenza belga, impatto e responsabilità sociali degli influencer nell’agenda UE. All’interno del suo semestre di presidenza del Consiglio UE, il Belgio ha intrapreso una serie di iniziative per mettere in luce il significativo ascendente sociale degli influencer e dei creatori di contenuti online, in particolare sui giovani, al di là del loro impatto commerciale. La presidenza belga cerca di enfatizzare il ruolo degli influencer nel plasmare l’opinione pubblica e le convinzioni personali attraverso le piattaforme dei social media e ll riguardo ha predisposto una bozza di conclusioni del Consiglio AV/Media, nella quale intende attirare l’attenzione sul fatto che gli influencer devono essere consapevoli del loro impatto e possedere le competenze necessarie per gestirlo – alfabetizzazione mediatica, comprensione del potenziale impatto sul proprio pubblico, astensione dal condividere disinformazione, incitamento all’odio online, cyberbullismo e altri contenuti dannosi. Le conclusioni del Consiglio saranno all’ordine del giorno del Consiglio Cultura e Audiovisivo del 14 maggio 2024. A sostegno delle conclusioni del Consiglio, la presidenza ha anche organizzato un convegno Content With Conscience (link allo streaming) con esperti e influencer provenienti da diversi Stati membri dell’UE. Fra gli argomenti toccati, ruolo degli influencer nel panorama dei media, incitamento all’odio online e cyberbullismo, disinformazione, benessere mentale dei creatori online e dei loro follower, inserzionisti e sharenting, influencer infantili e “condivisione”, codice etico, ruolo delle piattaforme. L’evento ha fatto parte della settimana della conferenza europea sull’alfabetizzazione digitale e mediatica (26 febbraio-1 marzo 2024), sempre promosso dalla Presidenza belga.
Commissione Europea, caso Spotify: Apple multata per 1,8 miliardi di euro par abuso di posizione dominante. Il 4 marzo, la Commissione europea ha inflitto ad Apple una multa di oltre 1,8 miliardi di euro per aver abusato della sua posizione dominante sul mercato della distribuzione di app di streaming musicale agli utenti iPhone e iPad (“utenti iOS”) attraverso il suo App Store. In particolare, la Commissione ha riscontrato che Apple applicava restrizioni agli sviluppatori di app impedendo loro di informare gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell’app, condotta illegale secondo le norme antitrust dell’UE. È la prima volta che Apple viene multata dalla Commissione Europea e si tratta della terza sanzione antitrust più alta fino ad oggi, seconda solo alle multe per la ricerca di acquisti di Google e il software per telefoni cellulari Android.
Meta, gli editori tedeschi chiedono che l’UE vigili sul modello “pay or consent”.Gli editori tedeschi chiedono una valutazione accurata da parte del Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) riguardo al modello “Pay-or-OK”, strategia di consenso recentemente implementata da Meta. Questo modello offre agli utenti l’opzione di accettare il trattamento dei dati per pubblicità mirata o alternativamente optare per un abbonamento a pagamento per accedere ai contenuti. Due influenti gruppi commerciali, che rappresentano il settore editoriale tedesco, hanno espresso in una lettera le loro preoccupazioni circa il potenziale impatto del prossimo parere dell’EDPB sulla loro capacità di indirizzare efficacemente la pubblicità, fonte fondamentale di entrate. L’adozione del modello “pay-or-OK” da parte di Meta ha scatenato controversie legali e sollevato dubbi sulla sua conformità al GDPR, soprattutto considerando l’utilizzo di lunga data di tale modelloin Germania e Austria. L’appello degli editori tedeschi evidenzia la necessità di un quadro che garantisca che gli editori possano garantire e gestire il consenso degli utenti in modo efficiente; sottolineano che il consenso fornito agli editori dovrebbe avere la priorità rispetto alle impostazioni generali del browser o ai gestori del consenso, garantendo che l’accesso ai contenuti editoriali rimanga subordinato ad esso. Mentre l’EDPB si prepara a pubblicare linee guida su tale modello, l’industria editoriale cerca un’attenta distinzione tra le proprie pratiche e quelle di piattaforme più grandi come Meta, con l’obiettivo di salvaguardare il futuro del giornalismo digitale nel contesto dell’evoluzione degli standard di protezione dei dati.
Meta, denunce anche dai consumatori per violazione GDPR . Vengono anche da nove gruppi di consumatori europei, tra cui UFC-Que Choisir francese e Forbrukerrådet norvegese, che hanno presentato reclami alle rispettive autorità nazionali per la protezione dei dati accusando Meta di violare il GDPR con una raccolta eccessiva di dati degli utenti per pubblicità mirata, in violazione dei principi del GDPR – minimizzazione della raccolta di dati e trattamento corretto. Quest’ultima serie di denunce mira ad estendere l’indagine oltre il recente modello di abbonamento proposto da Meta “paga o acconsenti” alle sue pratiche generali sui dati. Il modello di Meta è una mera facciata per continuare la sua vasta sorveglianza e monetizzazione dei dati , ha affermato l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC). Ursula Pachl, vicedirettore generale del BEUC, ha criticato l’approccio di Meta definendolo un tentativo di legittimare il suo modello di business con il pretesto della scelta del consumatore, che in realtà non riesce a fornire un consenso legale e informato. Questa azione fa seguito a precedenti denunce del BEUC contro le strategie di marketing di Meta, ritenute ingiuste e fuorvianti. Meta contesta tutti questi addebiti, riaffermando il proprio impegno per una raccolta minima di dati e facendo riferimento alla propria politica sulla privacy per chiarimenti.


