L’osservazione del secondo Paese europeo che inizia la migrazione alla nuova tecnologia trasmissiva conferma l’importanza di porre attenzione alla programmazione dello switch off per gli impatti su pubblico ed emittenti. Lo spegnimento delle trasmissioni in FM ha comportato un drastico calo del numero di ascoltatori della SRF, Schweizer Radio und Fernsehen, filiale della azienda radiotelevisiva pubblica della Svizzera tedesca e romancia (quest’ultima lingua affine al ladino e friulano parlati in Italia, ndr).
Alla fine del 2024 la SFR ha convertito la diffusione delle sue emittenti al DAB: nelle prime due settimane di gennaio le tre principali emittenti in lingua tedesca SRF 1, SRF 2 e la SRF 3 hanno perso complessivamente quasi mezzo milione di ascoltatori. Particolarmente colpita è stata SRF 1, che ha perso 255.000 ascoltatori. Complessivamente la copertura giornaliera netta è diminuita del 23,5%. Del calo starebbero beneficiando le emittenti private (si veda), per i canali in lingua romancia, sembrerebbe che gli ascoltatori si siano rivolti alle emittenti estere.
Si ricorda che nella sua pianificazione della transizione alla radio digitale, la Svizzera aveva inizialmente progettato di spegnere il segnale FM entro il 2024, per poi concedere flessibilità fino al 2026. La SSR aveva previsto di disattivare la FM alla fine del 2026, ma poi aveva deciso di fare un salto in avanti sulla base dei dati di ascolto (10% FM-only) e dei costi di manutenzione della tecnologia in dismissione – il DAB permette di ridurre sensibilmente il numero dei siti di trasmissione (si v. comunicato), si parla di 200 siti DAB contro 4 volte tanto di quelli in FM per garantire la copertura. Sappiamo inoltre che in termine di costi il DAB è più efficiente nei consumi energetici (ndr, si veda).
La decisione dell’emittente pubblica aveva sollevato qualche perplessità, del momento che dati presentati di recente sui consumi radiofonici – Digital Migration Working Group (DigiMig WG) in occasione dell’ARARO (Atelier Radiophonique Romand nel febbraio 2024 – riferivano anche della persistenza di un alto consumo a casa (63%, del quale 80% attraverso canali digitali), e di un 33% di ascolto FM in auto, dove ugualmente il digitale è predominante.
E’ forse presto per trarre conclusioni, ogni transizione, come ha insegnato a suo tempo il passaggio dall’analogico al digitale terrestre in Italia per la televisione, ha della fasi critiche di assestamento, specialmente all’inizio. Il caso della Norvegia, primo Paese al mondo a spegnare il segnale FM il 13 dicembre 2017 indica che i tempi possono anche essere più lunghi (si parla di recupero dei livelli di ascolto pre-switch off di circa due anni, ma in mezzo c’è stato il Covid).
Di certo l’esempio dei primi due Paesi europei che hanno effettuato/stanno effettuando la transizione offre alcuni spunti di riflessione interessanti.
Il primo è che, differentemente dall’emittente pubblica, le radio commerciali svizzere hanno deciso di non procedere immediatamente, ed è stato loro permesso di riservarsi di scegliere se spegnere per stadi successivi o in un momento unico verso a fine del periodo – alla base della scelta di molti emittenti il prolungamento delle licenze FM (in scadenza a fine 2024) al 2026 concesso nell’ottobre 2023.
Il passaggio al DAB della Norvegia, effettuato per le radio nazionali il 13 dicembre 2023, vede, da quello che ci risulta, il persistere della trasmissione in FM a livello locale. E’ questo un aspetto critico del processo di transizione, che in Italia è accresciuto dai ritardi nei rilasci delle frequenze per la trasmissione DAB in molte aree del Paese ai consorzi di emittenti locali, che CRTV non ha mancato di sottolineare nelle interlocuzioni istituzionali (da ultimo, si veda).
La posizione di CRTV riguardo al passaggio al DAB, tecnologia supportata e su cui le emittenti nazionali, hanno già investito ingenti somme (adeguamento rete, copertura, offerta) resta un obiettivo strategico importante per l’industria radiofonica: per i plus offerti dalla tecnologia broadcast rispetto all’FM e all’IP (completamente gratuita lato utente, e cruciale in caso di emergenze/discontinuità della connessione IP). La radio inoltre garantisce un’offerta plurale, sul territorio, prodotta da editori responsabili e professionisti della comunicazione. Tutti questi elementi richiedono il mantenimento dell’FM fino al raggiungimento di livelli di penetrazione della tecnologia (copertura indoor, terminali di ricezione, ascolti DAB) che restano comunque precondizioni importanti per la valutazione degli step successivi. Al riguardo è di interesse anche il comunicato emanato a suo tempo dall’Autorità Norvegese delle Comunicazioni in vista dello swicth off relativamente ai plus della tecnologia e ai criteri/obiettivi da valutare per programmare il passaggio.