L’informazione, tassello fondamentale di una società democratica, ha bisogno di vedere garantiti spazi di sostenibilità economica, per innovare i modelli produttivi, cooptare i profili di utenti e professionali più giovani e mantenere il ruolo di servizio di interesse generale e coesione sociale. Un progetto che deve essere di sistema. La web tax nella versione dell’eliminazione delle soglie prevista nella proposta di finanziaria, non risponde agli obiettivi di equità fiscale per cui è stata creata e rischia di penalizzare il sistema editoriale italiano. Questi in sintesi i contenuti dell’intervento odierno del Presidente Franco Siddi agli Stati Generali della Cultura 2024, a Milano, convegno organizzato da Sole 24 Ore eventi. Il Presidente ha partecipato al panel dedicato ai cambiamenti dell’informazione nella società tra diritti, creatività e intelligenza artificiale, accanto a direttori di quotidiani, della TV e della radio.
Gli interventi hanno tutti concordato che ad essere in crisi non è la domanda di informazione, intesa come bisogno da soddisfare con contenuti di qualità, quanto piuttosto la sostenibilità del modello produttivo tradizionale (che poi tale non è più, da tanto). “La rivoluzione impressa dal digitale, inteso come fruizione online, spesso social, personalizzata e in mobilità è un problema che riguarda tutti i media, carta stampata, televisione e radio, e tutti i pubblici”, ha esordito Franco Siddi “tuttavia la televisione, (e la radio) con la gratuità e l’accessibilità universale dell’offerta, permettono di colmare anche il digital divide che escluderebbe dall’informazione intere fasce della popolazione”. Tale accessibilità, ha ricordatoil Presidente “è stata di recente difesa dall’Associazione rivendicando la “prominence” dei media tradizionali (radio e tv): mantenimento del telecomando con la tastiera numerica, che riflette un’abitudine di consumo e di ordinamento dei canali (LCN) imprescindibili per i consumi tradizionali; de equa preminenza sui televisori (e tutti i device) smart, per i servizi di interesse generale. La sfida è restare strumenti di inclusione e strumento coesione sociale, e per questo mantenere il duplice binario, old e new media, in altre parole essere innovativi senza perdere identità“.
Il punto cardine è quello della sostenibilità economica, hanno convenuto i partecipanti, a fronte di concorrenza accesa sulle risorse pubblicitarie (Paolo Liguori, TG24, che ha parlato del valore della gratuità dell’offerta di informazione televisiva) e di impatto della pirateria su risorse e contenuti, ma anche sul numero di lettori/abbonati (Federico Silvestri, Sole 24 Ore). E garantire risorse per innovare: i media si sono adattati da tempo – la redazione multipiattaforma del TG24, o l’investimento sull’online intrapreso dal Corriere della Sera dal 2015 – contenuti a pagamento e un hub di produzione multimediale attivo 24 ore su 24 : “i numeri – i lettori digitali, abbonati paganti, hanno superato di gran lunga quelli “tradizionali” su carta 140.000 contro 650.000 devono far guardare anche la sfida dell’IA in un’ottica ottimistica di gestione sviluppo ha detto il direttore Lucio Fontana. La direttrice del Quotidiano Nazionale (Agnese Pini) ha indicato come l’informazione dei giornali sia diversa da quella reperibile in Rete, perché selezionata, verificata da professionisti ed editori responsabili. E di come questo abbia un valore e un costo.
“Dobbiamo tutelare il patrimonio economico saccheggiato e l’erosione del valore dell’informazione. Per fare informazione con una visuale di contesto servono risorse e quello delle risorse economiche è un tema con cui si deve fare i conti: dobbiamo costruire un modello che funzioni” ha detto Siddi. Il presidente ha quindi criticato quello che potrebbe diventare un ulteriore aggravio per i conti delle aziende editoriali se diventerà reale l’ipotesi di una web tax, fin qui pagata solo dalle big tech, ma che sarebbe estesa dalla Finanziaria a chi ha soglie di ricavi più basse. Siddi ha ricordato di avere scritto al governo come associazione confindustriale, insieme alla Fieg, sottolineando che il possibile incremento dell’imposta sui servizi digitali digitale desta forte preoccupazione per l’impatto che tale aumento potrebbe avere sui bilanci delle imprese editoriali italiane.
Federico Silvestri, AD Media & Business Gruppo 24 Ore e AD 24 Ore Eventi ha parlato di regolamentazione che ha un “effetto paradosso che si ritorce contro le aziende editoriali italiane che vanno sostenute con leggi, una posizione fiscale giusta, e strumenti per cambiare il nostro modello”
Link al video dell’intervento di Franco Siddi
Link all’evento (video e programma)
 
				 
															


