Italia digitale, cercasi domanda. Rapporto annuale I-com su reti e servizi

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“Italia digitale, istruzioni per l’uso. Alla ricerca di uno shock della domanda”. Questo il titolo del Rapporto annuale sullo sviluppo digitale in Italia a cura dell’Istituto per la Competitività, I-Com, presentato il 31 ottobre a Roma, nel corso di un convegno alla presenza di interlocutori istituzionali, industria accademia. “Lato reti l’Italia ha fatto grandi passi avanti nell’offerta digitale fissa, con un aumento della copertura del 28,4% (dal 43,9% del 2015 al 72,3 del 2016), riducendo così la distanza dalla media europea di 3,7 p.p.

Lato domanda, tuttavia, resta deludente il numero di sottoscrizioni di abbonamenti in fibra, pari nel 2016 a solo il 3% del totale degli abbonamenti in banda larga, notevolmente al di sotto della media Ue (-16,7 p.p.), così come la diffusione dell’e-commerce (-21,2 p.p.)” recita il comunicato I-com. Ossia mentre le reti procedono, grazie all’investimento politico fatto sul progetto Agenda Digitale, la domanda segna il passo. Nel convegno si è parlato molto di stimolo alla domanda in maniera “tradizionale” (es. sviluppo delle competenze digitali, PA, industria 4.0), meno dell’impatto che possono avere i contenuti e i servizi audiovisivi come driver per la domanda di connessione dei cittadini, tema più volte sostenuto da CRTV.

Audiovisivo, quote: broadcaster contro produttori. Nel tavolo dedicato all’audiovisivo –  presenti, per i broadcaster Antonella Barbieri (Fox), Marco  Valentini (Sky), Marcello Dolores (Discovery), Elena Cappuccio (CRTV); per i produttori Francesca Medolago Albani (Anica) e Gianadrea Pecorelli (APT); per AGCOM Claudia Angrisani; per i referenti politici Lorenza Bonaccorsi, relatrice sul provvedimento quote per il Parlamento e Marco Zullo Parlamento UE – il dibattito si è concentrato sul cosiddetto “provvedimento quote”, controverso schema di decreto legislativo all’interno della riforma cinema. Il dibattito ha visto polarizzarsi le posizioni, così riassunte da Ernesto Apa, Portolano Cavallo, moderatore:

  • per i brodcaster le principali richieste sono, in sintesi : reintrodurre la tipologia contrattuale commissioning, molto importante per alcuni generi televisivi; ridurre l’importo delle sanzioni; riconsiderare l’introduzione delle quote di programmazione in prime time che penalizza le TV anche in un’ottica di level playing field; lasciare flessibiità sulla tipologia di prodotto su cui investire;
  • per i produttori: differenziare fra costi della produzione indipendente AV italiana e valorizzazione della stessa (sfruttamento diritti secondari); riequilibrare la posizione negoziale a favore dei produttori;

AGCOM ha posto la questione di chiarire gli ambiti di azione di MIBACT e AGCOM soprattutto nella questione dei rapporti fra produttori indipendenti e diritti, accennando all’apertura eventuale di un tavolo di coregolazione; sul modello francese ha sottolineato, fra l’altro, che non è stato recepito il meccanismo sanzionatorio (scalare, no multe se non in estremis).
L’On. Bonaccorsi ha rivendicato l’importanza della riforma del sistema cinema nel suo insieme, necessaria da tempo, promossa e sostenuta da più rami del Parlamento (i due disegni di legge poi confluiti) e fatto proprio dal governo su proposta del Ministro Franceschini. Il decreto quote è una parte del tutto, che per es.anticipa un intervento level playing field con gli OTT (quote), in linea con quanto sarà previsto dalla nuova direttiva SMAV. Secondo la relatrice il passaggio parlamentare del provvedimento lascia lo spazio a un dibattito che alzi lo sguardo a temi di sistema.

 

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