Radio e tv pilastri della costruzione civile e democratica

Siddi Mattarella

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Nel suo messaggio in occasione della celebrazione del 100° anniversario di Radio Rai, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato il ruolo di radio (e televisione), dell’eredità che viene loro dal passato, e della missione per il futuro.

«Il 6 ottobre del 1924 dalla stazione di Roma dell’Unione Radiofonica Italiana si diffuse nell’etere il primo programma quotidiano di trasmissioni radiofoniche in Italia. 

Un secolo di imponenti trasformazioni politiche, sociali, tecnologiche è trascorso da quelle pioneristiche trasmissioni.

Con la nascita della Repubblica la radio e, successivamente, la televisione, divennero un pilastro della costruzione civile e democratica del nostro Paese, diffondendo il pluralismo, promuovendo il dialogo e la partecipazione, trasmettendo alfabetizzazione e cultura.

Il lessico della televisione contribuì alla nascita della lingua italiana moderna, agevolando la formazione di una comunità linguistica e di valori condivisi, in cui tutti gli Italiani potevano riconoscersi.

Oggi, la Rai, erede di una storia di così grande rilievo, si misura con altre sfide, in un contesto caratterizzato dal pluralismo delle emittenti televisive, dalle piattaforme digitali e dai social, in cui la Rai continua ad avere come missione quella di operare per la promozione della libera informazione e della cultura.

Indipendenza, autorevolezza, pluralità delle opinioni, originalità, professionalità, innovazione, queste le doti che hanno permesso all’azienda, negli anni, di raggiungere prestigiosi risultati e di diventare voce affidabile e ascoltata nel panorama editoriale italiano e uno dei maggiori centri di produzione e diffusione dell’arte e della cultura.

Il servizio pubblico televisivo sa di essere al servizio esclusivo dei cittadini – in conformità al Media Information Act della Unione Europea – garantendo la pluralità delle voci, la qualità del prodotto e operando una rigorosa verifica delle fonti nel flusso delle informazioni, anche per fronteggiare quella vera e propria guerra ibrida caratterizzata dalla diffusione delle fake-news.

L’augurio che rivolgo alla Rai, ai suoi dirigenti, ai tanti che vi lavorano è di continuare a essere specchio fedele della ricchezza inestimabile della società italiana e, insieme, impulso di progresso nel solco dei valori di libertà, democrazia, giustizia, solidarietà e pace sanciti dalla Costituzione repubblicana».

Il Presidente Mattarella aveva espresso un augurio analogo, esteso a radio e TV, pubblica e private, nazionali e locali, nella lettera che aveva inviato a Confindustria Radio Televisioni in occasione della nostra Assemblea “Diffondiamo valore. Accanto ai 10 anni di attività associativa, avviavamo le celebrazioni del 70esimo anno delle trasmissioni televisive (3 gennaio 1954, prima giornata di programmazione Rai) e il centenario della radio (6 ottobre 1924, inizio broadcasting in Italia). Mattarella aveva parlato anche di pluralismo – ” la proposta che viene da ciascun protagonista del comparto concorre alla realizzazione di quel pluralismo di voci e di idee che sostanzia la libertà di espressione declinata in ogni sua forma” – e di emittenza come “uno dei motori dell’industria creativa e culturale del Paese“.

LINK al testo pubblicato sul sito del Quirinale

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