I numeri del comparto Radio TV Locali (2020)

Indice

Le società radiotelevisive locali

Il comparto delle Radio e delle Televisioni locali è una realtà fortemente parcellizzata, composta da piccole e “micro” imprese, pertanto l’individuazione delle emittenti effettivamente operanti nello stesso, nonché un loro monitoraggio puntuale nel tempo, risulta arduo. In tale scenario, le fonti “ufficiali” consultabili sono:

  1. MIMIT. La graduatoria nazionale relativa alle misure di sostegno viene redatta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE) secondo la nuova regolamentazione, applicata dall’anno 2016. [i] Questa fonte ha il limite di essere non esaustiva, considerando solo le emittenti radiotv locali ammesse ai contributi, ma non elencando quelle che non hanno fatto domanda agli stessi e quelle che non sono state ammesse. [ii] Le domande presentate e ammesse fanno riferimento ai marchi radiotv (o programmi) e non alle società.

Marchi. Nel bando per i contributi per l’annualità 2020 le domande presentate attraverso la piattaforma SICEM sono 970 (-29 rispetto al 2019). Di queste, ne sono state ammesse complessivamente 919 (95% sul totale), con un aumento di 17 sull’anno precedente.

MIMIT – Radiotv locali: marchi ammessi ai contributi

 20192020YoY
TELEVISIONI411438+27
Commerciali137137
Comunitarie274301+27
RADIO491481-10
Commerciali171162-9
Comunitarie320319-1
TOTALE902919+17

Nota: Elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su dati MIMIT (ex MISE)

L’elenco indica un numero di marchi televisivi (438 nel 2020) inferiore rispetto a quello dei radiofonici (481). I primi nel corso degli anni hanno registrato un aumento (+79), in entrambi gli ambiti, commerciale e comunitario, mentre in diminuzione i secondi (marchi radiofonici) dopo una iniziale crescita, assestandosi al 52% sul totale domande ammesse nel 2020. In generale, in entrambi i comparti, sono più numerosi i marchi delle emittenti comunitarie.

Società. Complessivamente sono 674 (-13 rispetto al 2019) le società che hanno fatto domanda e sono state ammesse per l’anno 2020, al netto di quelle presenti in entrambe le graduatorie. Di queste, sono 281 (-9 rispetto al 2019) le società in ambito televisivo e 419 (-19) in ambito radiofonico, tra commerciali e comunitarie.

MIMIT – Radiotv locali: società ammesse ai contributi

 20192020YoY
TELEVISIONI272281-9
Commerciali127125-2
Comunitarie145156+11
RADIO438419-19
Commerciali160152-8
Comunitarie278267-11
TOTALE NETTO687674-13

Nota: Elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su dati MIMIT (ex MISE)

Anche qui il quadro complessivo evidenzia una realtà radiofonica nettamente superiore a quella televisiva, nonostante le società radio ammesse ai contributi siano diminuite negli ultimi anni di 22 unità (441 nel 2016); diversamente le società televisive aumentano da 262 (2016) a 281con una media di 1,6 marchi. In entrambi i comparti prevalgono le società comunitarie, in aumento negli ultimi anni.

Delle 274 società commerciali ammesse ai contributi per il 2020 (numero al netto di quelle presenti in entrambe le graduatorie), 249 sono società di capitali (-2,4% sul 2019),[iii] di cui 214 sono società a responsabilità limitata, e la rimanente quota è rappresentata da 24 società di persone e 2 fondazioni che hanno esercitato l’opzione di contributo per emittente a carattere commerciale.

Come già anticipato, nel 2017 il MIMIT (ex MISE) ha introdotto il nuovo Regolamento per le graduatorie nazionali (DPR 146/2017)[iv], operativo a partire dai contributi relativi all’annualità 2016.

In generale, il passaggio al nuovo schema regolamentare ha determinato una complessiva riduzione dei soggetti ammessi, anche in termini di marchi, con un maggiore bilanciamento del rapporto tra comparto commerciale e comunitario. Il nuovo Regolamento introduce infatti un’impostazione di tipo selettivo, volta a valorizzare maggiormente le società commerciali più strutturate e competitive. [v]

  • AGCOM. Elenco degli operatori iscritti al Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.), con categorie non univocamente riconducibili agli operatori radiotv locali.

Il R.O.C. ha la finalità di garantire la trasparenza e la pubblicità degli assetti proprietari, consentire l’applicazione delle norme concernenti la disciplina anti-concentrazione, la tutela del pluralismo informativo, il rispetto dei limiti previsti per le partecipazioni di società estere.[vi]

Agcom fornisce una classificazione dei soggetti registrati (non confrontabile con quella MIMIT), all’interno della quale, assimilabili per tipologia di attività, troviamo i fornitori di servizi di media audiovisivi lineari o radiofonici e non lineari, i fornitori di contenuti e quelli di radiodiffusione sonora e/o televisiva. Queste categorie sono al lordo delle duplicazioni.

A marzo 2023, gli operatori locali attivi iscritti al R.O.C. in qualità di fornitori di contenuti radiofonici sono 927, quelli audiovisivi sono 577 (alcuni operatori sono attivi in entrambe le tipologie). Relativamente ai marchi: i radiofonici sono 1.658, di cui il 24% sono di natura comunitaria; i marchi televisivi sono 1.158, di cui lo 0,3% è comunitario.

Come si può notare, per quanto non perfettamente comparabile, il dato è notevolmente superiore a quello ricavabile dalla fonte MIMIT (ex MISE) in quanto l’accesso ai contributi avviene dietro domanda ed è riservato alle società più strutturate a livello societario ed economico-patrimoniale, che perseguono obiettivi di pubblico interesse.[vii]

Database CRTV. Lo Studio Economico di Confindustria Radio Televisioni è riferito alle sole emittenti radiotv commerciali [viii] strutturate in società di capitali [ix], ossia 812 aziende, secondo l’universo CRTV costruito a partire dalle fonti ufficiali: solo per 645 di queste, a novembre 2022, risulta pubblicato il bilancio 2020, in calo di 53 soggetti (-7,6%) rispetto al 2019.

Il perimetro CRTV si limita all’analisi delle società commerciali di capitali, per le quali vige l’obbligo di deposito del bilancio. Il database, incrociato con le fonti ufficiali (MIMIT e ROC), è costruito su un campione il più possibile rappresentativo della realtà locale aggiornato rispetto alle unità fallite / cessate.

Analizzando il dettaglio, nel 2020, le società televisive locali per cui è reperibile presso le Camere di Commercio territoriali il bilancio depositato (Cerved, novembre 2022) sono 276, in flessione del 9,5% sull’anno precedente, mentre quelle radiofoniche ammontano a 369, anch’esse in diminuzione, dell’6,1%. Il dato, ripartito tra radiofonico e televisivo, tiene in considerazione un 5% circa di società attive in entrambi i settori.[x]

Tali dati evidenziano come, negli ultimi anni, la crisi economica a cui si aggiunge l’emergenza pandemica Covid-19 per l’anno in esame, abbiano avuto un forte impatto sull’intero settore radiotv locale, costringendo numerose società a chiudere, cedere gli asset o essere incorporate in altre strutture aziendali.

CRTV – Radiotv locali: società con bilancio depositato

 20192020YoY
Universo CRTV840812-28
Società con bilancio depositato (nette)698647-51
Copertura rispetto a Universo CRTV-16,9%-16,9%
    
Società televisive305276-29
Società radiofoniche393371-22

Nota: elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su dati bilancio (Cerved)

A conferma di ciò, dal database CRTV risultano ulteriori dati indicativi dell’andamento del settore: all’interno del perimetro monitorato nel 2020 le società fallite sono 8 (erano 4 nel 2019), 3 sono state incorporata per fusione (3 nel 2019), mentre quelle in liquidazione e/o in procedura concorsuale sono 81 (81 nel 2019).[xi] Una parte delle società, non ufficialmente “inattive”, non depositano il bilancio da diversi anni, al netto di quelle fallite e/o cessate. [xii]

Negli ultimi 5 anni le società chiuse a vario titolo sono complessivamente circa 101 mentre quelle soggette a fusione per incorporazione sono circa ventina.

Marchi / Programmi locali. Data la complessità del settore radiotelevisivo locale, risulta estremamente difficile identificare il numero effettivo dei programmi (marchi) diffusi.

In ambito radiofonico il numero dei marchi (programmi) è stimato, secondo il database CRTV, intorno alle 670 unità, ovvero in media 1,8 marchi/programmi per emittente. [xiii]

In ambito televisivo, la digitalizzazione del segnale televisivo ha permesso alle emittenti locali, analogamente a quanto successo per le nazionali, di trasmettere più programmi. Gli studi precedenti riportavano oltre 3.000 marchi di programmi (canali tv), per le televisioni commerciali (incluse le duplicazioni e i canali +1) a valle della transizione al digitale, conclusasi nel luglio 2012.[xiv] Nel 2020 il numero dei programmi tv, in termini di feed (segnale di trasmissione), è stimato intorno alle 1.100 unità, in forte calo rispetto alle stime degli anni precedenti,[xv] il che significa in media 4 marchi/programmi per emittente. La cifra include le versioni in differita, le duplicazioni di parti più o meno integrali di programmazione di altri canali ed eventuali cartelli fissi.

La mappa documenta la numerosità delle società radiotelevisive locali a livello regionale, e la loro distribuzione sul territorio secondo la loro sede giuridico-amministrativa. L’analisi riporta le 647 società di capitali all’interno del perimetro CRTV che hanno pubblicato il bilancio (banca dati Cerved), evidenziando come il maggior numero di operatori locali risieda in Sicilia (81), seguita da Lazio (68), Lombardia (64), Puglia (55), Campania (54), Toscana (46), Emilia-Romagna (43), Veneto (42) e Piemonte (36), nove regioni che da sole costituiscono oltre il 70% (per numero di società radiotelevisive) del totale nazionale.

CRTV – Radiotv locali: distribuzione delle società per regione (2020)

Nota: elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su dati Cerved. Distribuzione territoriale delle società radiotv di capitali che hanno depositato il bilancio per l’anno 2020 al 30 novembre 2022.

Televisioni locali: universo di riferimento

Il comparto delle Tv locali risulta fortemente parcellizzato, ed è difficile identificare puntualmente il numero delle emittenti televisive effettivamente operanti.

L’analisi si basa sul database CRTV, oltre 350 società televisive locali al 2020, riferito alle sole emittenti commerciali strutturate in società di capitali (principalmente Spa, Srl e Scrl). Di queste, al netto delle società cessate e/o fallite durante l’anno, solo 276 hanno depositato il bilancio relativo all’esercizio fiscale 2020, in calo di 29 soggetti (-9,5%) rispetto al 2019. [xvi]

CRTV – Tv locali, società monitorate e marchi

 20192020Δ2020/19
Universo CRTV373355-18
Società con Bilancio depositato305276-29
Copertura81,8%77,7%-4 p.p.
    
Emittenti tv (stima)1.2201.104-116

Nota: elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su bilanci depositati, società di capitali (Universo CRTV, novembre 2022, Cerved). I marchi tv sono stimati

La stagnazione economica degli ultimi anni insieme all’emergenza pandemica che ha caratterizzato l’anno 2020 sin dai primi mesi hanno avuto un impatto fortemente negativo sul settore, costringendo numerose società televisive locali a chiudere, altre a cedere gli asset o ad essere incorporate in altri soggetti. Una situazione che non sembra migliorare negli anni successivi con il protrarsi si un contesto generale fortemente penalizzante per l’intero sistema (protrarsi dell’emergenza pandemica nel 2021 e la guerra in Ucraina nel 2022), di cui si vedranno gli effetti nel medio termine.

Marchi / programmi locali. Nel 2020 il numero dei programmi Tv riferibile agli operatori analizzati dallo Studio, in termini di feed (segnale di trasmissione) è stimato intorno alle 1.100 unità, in calo rispetto alle stime degli anni precedenti [xvii], pari a una media di 4 marchi/programmi per emittente – il numero include le versioni in differita e le duplicazioni di parti più o meno integrali di programmazione di altri canali.

CRTV – Tv locali, distribuzione delle società per regione (2020)

Nota: elaborazioni Confindustria Radio TV – CRTV su dati Cerved. Distribuzione territoriale delle società televisive di capitali che hanno depositato il bilancio per l’anno 2020 (novembre 2022, CERVED).

Si ricorda che tale stima relativa fa riferimento esclusivamente alle società televisive analizzate in questa edizione dello studio, che hanno presentato il bilancio nel periodo considerato (2020).

La mappa documenta la numerosità delle società televisive locali a livello regionale e la loro distribuzione sul territorio (sede giuridico-amministrativa): la Sicilia è la prima regione per numero di soggetti televisivi commerciali locali residenti in loco (38) seguita da Campania (31), Lombardia (28) e Lazio (24). Queste 4 regioni da sole raggruppano circa il 45% delle televisioni locali italiane (sedi di società di capitali).

Si ricorda che il dato fa sempre riferimento alle 276 società di capitali rilevate all’interno del database CRTV per le quali a novembre 2022 risulta pubblicato il bilancio relativo all’esercizio 2020 (fonte Cerved).

TV Locali: ricavi totali – bilanci analizzati 2020

I ricavi totali (pubblicitari e altri ricavi) delle società televisive locali, prese in esame dallo Studio, passano da 323 milioni di euro nel 2019 a 299 nel 2020, in calo di circa 25 milioni di euro (-7,7%).

Come per gli altri settori (Tv nazionali e Radio), l’emergenza pandemica Covid-19 ha impattato in maniera importante sull’intero comparto che scende per la prima volta sotto la soglia dei 300 milioni.

Nel lungo periodo la contrazione supera il 40% del suo valore iniziale (-215 milioni di euro nel 2011). Al netto di quanto accaduto nell’ultimo anno, le principali cause sono riconducibili alla contrazione dei ricavi pubblicitari e al minor numero delle emittenti operative sul territorio solo in parte bilanciate dall’adeguando del livello delle risorse statali messe a disposizione con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento. [xviii]

Nel 2020 i ricavi da “prestazioni e servizi”, principalmente riconducibili alla raccolta pubblicitaria, ammontano a circa 161,5 milioni di euro, [xix] mentre gli “altri ricavi”, ovvero le attività commerciali collaterali e i contributi statali, sono pari a circa 137 milioni di euro, rappresentando il 46% dei ricavi totali.

Tv locali – Ricavi totali delle società

(milioni di euro)

 20192020Δ 2020/19
Ricavi totali323,305298,555-7,7%
Ricavi pubblicitari189,207161,451-14,7%
Altri ricavi134,099137,104+2,2%
No. società305276-9,5%
    
Ricavi totali MEDI1,0601,082+2,0%

Nota: elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su bilanci depositati (Universo CRTV – Cerved). Non sono incluse le tv locali a carattere comunitario

Si riporta che i valori economico-patrimoniali relativi ai bilanci 2020 presi in termini assoluti e messi a confronto con l’anno precedente, risentono della mancata pubblicazione dei bilanci di alcune società. Pertanto, al fine di permettere un confronto più corretto tra i due esercizi, si è deciso pertanto di esprimere i ricavi complessivi anche in termini di valori medi. [xx]

Nel 2020, i ricavi medi delle imprese televisive locali si confermano sopra il milione di euro con un incremento del 2,0% rispetto all’anno precedente. Il dato a livello di impresa media del settore televisivo locale mostra un miglioramento, soprattutto in termini di sostenibilità del business, nonostante (o potremmo dire a causa) della costante razionalizzazione del mercato. La differenza sostanziale tra il valore “assoluto” e “medio” è infatti dovuta principalmente alla diminuzione del numero delle società, in particolar modo quelle medio-piccole (al di sotto del milione di euro di ricavi), in meno di oltre un centinaio negli ultimi 10 anni. Nel 2008, prima del passaggio al digitale terrestre, i ricavi medi del comparto erano pari a 1,75 milioni di euro per impresa.

Tv locali – Ricavi totali medi delle società

Nota: elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su bilanci depositati (Universo CRTV – Cerved)

Nell’annus horribilis gli unici risultati positivi sono riconducibili all’aumento degli “altri ricavi” caratterizzati principalmente dalle misure straordinarie di aiuto introdotte a causa della pandemia (i.e. Fondo emergenze per le emittenti locali) e dalle erogazioni dei contributi a sostegno dell’emittenza locale (DPR 146/2017), in crescita rispetto agli precedenti; [xxi] la raccolta pubblicitaria, già segnata negli anni da una lenta contrazione, viceversa viene “travolta” dall’emergenza pandemica e dall’interruzione di numerose attività produttive (lockdown), registrando una perdita del 15%.

Tv locali – Evoluzione ricavi totali medi delle società

(milioni di euro)

Nota: elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su bilanci depositati (Universo CRTV – Cerved)

Radio Locali: universo di riferimento

Il comparto delle radio locali risulta essere una realtà fortemente parcellizzata, composta da piccole e “micro” imprese, nate spesso da iniziative amatoriali e/o culturali di tipo ultra-locale. L’individuazione delle emittenti radiofoniche effettivamente operanti a livello locale, e il loro monitoraggio puntuale nel tempo, risulta pertanto difficile.

CRTV – Radio locali, società monitorate e marchi

 20192020 2020/19
Società Database (universo CRTV)467457-10
Società con Bilancio depositato393371-22
Copertura84%84%0 p.p.
    
Emittenti radio (stima)707668-39

Nota: elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su bilanci depositati, società di capitali (Universo CRTV, Cerved). I marchi radio sono stimati

Database Radio locali CRTV. Si ricorda che il nostro perimetro si limita all’analisi delle società commerciali di capitali [xxii], per le quali vige l’obbligo di deposito del bilancio. L’elenco del MIMIT (ex MISE) relativo alle società commerciali include, oltre a quelle di capitali, anche numerose società collettive e uninominali (SNC e SAS). Il campione delle radio locali analizzato in questo studio economico si basa su un database che incrocia più fonti.

L’analisi si basa sul database CRTV di oltre 450 società radiofoniche locali commerciali strutturate in società di capitali [xxiii]: solo per 371 di queste, a novembre 2022, risulta pubblicato il bilancio 2020 (dati Cerved), in calo di 22 soggetti rispetto al 2019 (-5,6%).[xxiv]

Marchi / Programmi locali. Nel 2020 il numero complessivo delle emittenti radiofoniche (marchi radio, in FM) è stimato intorno a 670 unità, che significa in media 1,8 marchi/programmi per emittente, in forte calo rispetto ai dati relativi agli anni precedenti. [xxv]

La mappa che segue documenta la numerosità delle società locali a livello regionale, e la loro distribuzione sul territorio (sulla base della sede giuridico-amministrativa). Dall’analisi risulta che il maggior numero di soggetti radiofonici commerciali locali risiede in Sicilia (43), seguita da Lazio (42), Lombardia (36), Puglia (36), Emilia-Romagna (27), Toscana (27), Campania (23), Veneto (27), Piemonte (21), Marche (19), 10 regioni che da sole costituiscono l’81% (per numero di società radiofoniche) del totale nazionale.

Il dato fa riferimento alle 371 società di capitali all’interno del database CRTV che hanno pubblicato il bilancio nel 2020 (Cerved).

CRTV – Radio locali, distribuzione delle società per regione (2020)

Nota: elaborazioni Confindustria Radio Televisioni – CRTV su dati Cerved. Distribuzione territoriale delle società radiofoniche di capitali che hanno depositato il bilancio per l’anno 2020 (novembre 2022, CERVED).

Radio Locali: ricavi totali – bilanci analizzati 2020

I ricavi totali (pubblicitari e altri ricavi) delle società radiofoniche locali passano da 174 milioni di euro circa nel 2019 a circa 145 milioni nel 2020, in diminuzione di 29 milioni di euro (-16,9%).

La crescita del comparto radiofonico locale, che, come quello televisivo, aveva risentito dell’impatto della crisi economica (2008), ma, differentemente da quest’ultimo, negli ultimi anni aveva mostrato ampi segnali di recupero, grazie anche all’interesse da parte di operatori nazionali,[xxvi] ha subito un arresto nel 2019 che, nel 2020 è perdurato a causa della pandemia.

Nel 2020 si è vista una contrazione della raccolta pubblicitaria con circa 113 milioni di euro (-19% rispetto al 2019). Per quanto riguarda gli altri ricavi, inclusi i contributi statali erogati all’emittenza locale, anch’essi risultano in diminuzione[xxvii] e raggiungono 32 milioni di euro circa (-8% rispetto al 2019). Rispetto alle Tv Locali, che nel 2020 hanno visto un incremento della componente degli altri ricavi, le radio locali sono state meno in grado di assorbire la diminuzione dei ricavi pubblicitari attraverso altre fonti di ricavo.

Radio locali – Ricavi totali delle società

(milioni di euro)

 20192020Δ 2020/19
Ricavi totali174,179144,732-16,9%
Ricavi pubblicitari139,758113,086-19,1%
Altri ricavi34,42231,646-8,0%
No. società393371-5,6%
    
Ricavi totali MEDI0,4430,390-12,0%

Nota: elaborazioni Confindustria Radio TV – CRTV su bilanci depositati (Universo CRTV – Cerved). Sono escluse le radio locali a carattere comunitario

Si ricorda che i valori economico-patrimoniali relativi ai bilanci 2020 presi in termini assoluti e messi a confronto con l’anno precedente, risentono della mancata pubblicazione dei bilanci di circa centoquaranta società. [xxviii]

Al fine di permettere un confronto più oggettivo tra i due esercizi, si è pertanto deciso di commentare i ricavi complessivi anche in termini di valori medi.

In tal senso, il ricavo medio rispecchia più fedelmente il dato tendenziale dei ricavi: nel 2020, i ricavi medi per singola società si attestano a 390 mila euro con una diminuzione di -12,0% (443 mila nel 2019): dato che contestualizza la fotografia dei ricavi totali (valore assoluto) dell’ultimo anno, dando indicazione di quanto il dato parziale dei bilanci influenzi l’andamento dei ricavi totali. Dalla distribuzione dei ricavi totali si conferma l’alta parcellizzazione del settore che è caratterizzato per lo più da “micro-imprese”. Sono 242 le società con ricavi inferiori a 250 mila euro, pari al 65% circa del totale analizzato: si tratta di società che complessivamente fatturano circa il14% dell’intero settore radiofonico locale. Le società al di sotto dei 250 mila euro, hanno dei ricavi medi annui di 85 mila euro.

Radio locali – Ricavi totali medi delle società

Nota: elaborazioni Confindustria Radio TV – CRTV su bilanci depositati (Universo CRTV – Cerved)

Radio locali – Evoluzione dei ricavi totali delle società

(milioni di euro)

Nota: elaborazioni Confindustria Radio TV – CRTV su bilanci depositati (Universo CRTV – Cerved)

Dal punto di vista dell’evoluzione nel tempo, dopo una fase di crescita costante del comparto, che si era consolidata negli anni immediatamente precedenti all’inizio della crisi economica, dal 2008 i ricavi delle radio locali sono sempre andati riducendosi. In seguito, dal 2015 si è registrata un’inversione di tendenza con ricavi totali crescenti, a fronte della riduzione del numero delle società operative. Nel 2020, i ricavi totali, a causa della pandemia, risultano essere i più bassi dal 2005.

Nella valutazione dell’ultimo anno si deve tenere conto, come già indicato più volte sopra, che i dati risentono in parte della non reperibilità dei bilanci di numerose società alla data di pubblicazione del presente Studio.

Radio locali – Evoluzione dei ricavi totali medi delle società

(milioni di euro)

Nota: elaborazioni Confindustria Radio TV – CRTV su bilanci depositati (Universo CRTV – Cerved)

Nell’ultimo anno, i ricavi complessivi del settore, nonostante la ripresa dal 2015, rimangono nettamente al di sotto dei valori riferiti al 2005 (-46,6%), e hanno avuto una flessione rispetto al 2019 (-16,9%). Rispetto al 2007, anno in cui tutto il comparto locale aveva registrato il picco più alto, i ricavi totali del comparto sono più che dimezzati (-53,1%).

L’evoluzione riferita ai ricavi medi per impresa racconta un andamento meno negativo di quello riferito ai ricavi totali, anche se pur sempre in diminuzione rispetto al 2019. Le dimensioni medie delle Radi locali di oggi sono lontane dagli anni di piena espansione (2007) e più allineate ai valori pregressi degli anni successivi, con due differenze da evidenziare: le società di capitali che pubblicavano i bilanci nel 2008/2009 erano oltre 500 mentre oggi sono 372; i ricavi totali medi nel 2020, tornano ad essere ai livelli di quelli del periodo tra il 2013 e il 2017.




[i] Il nuovo Regolamento (DPR 146/2017) in attuazione delle disposizioni contenute nella legge di stabilità 2016, disciplina i criteri di riparto e le procedure di erogazione delle risorse finanziarie del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione assegnate al Ministero per la concessione dei contributi di sostegno alle emittenti televisive e radiofoniche locali. I contributi sono destinati all’emittenza locale (tv titolari di autorizzazioni, radio operanti in tecnica analogica e titolari di autorizzazioni per la fornitura di servizi radiofonici non operanti in tecnica analogica, emittenti a carattere comunitario) e vengono concessi sulla base di criteri che tengono conto del sostegno all’occupazione, dell’innovazione tecnologia e della qualità dei programmi e dell’informazione anche sulla base dei dati di ascolto.

[ii] La procedura di approvazione del nuovo Regolamento ha registrato una lunga gestazione iniziata nel 2015 e terminata con la pubblicazione del provvedimento sulla G.U. n. 239 del 12.10.2017.

[iii] Rientrano le società di capitali, le società per azioni (Spa), le società a responsabilità limitata (Srl) e le Cooperative a responsabilità limitata (Scarl).

[iv] Il nuovo Regolamento (DPR 146/2017) in attuazione delle disposizioni contenute nella legge di stabilità 2016, disciplina i criteri di riparto e le procedure di erogazione delle risorse finanziarie del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione assegnate al Ministero per la concessione dei contributi di sostegno alle emittenti televisive e radiofoniche locali. I contributi sono destinati all’emittenza locale (tv titolari di autorizzazioni, radio operanti in tecnica analogica e titolari di autorizzazioni per la fornitura di servizi radiofonici non operanti in tecnica analogica, emittenti a carattere comunitario) e vengono concessi sulla base di criteri che tengono conto del sostegno all’occupazione, dell’innovazione tecnologia e della qualità dei programmi e dell’informazione anche sulla base dei dati di ascolto.

[v] Lo schema di regolamentazione introduce nuovi criteri di riparto dei benefici economici erogati a favore del comparto dell’emittenza televisiva e radiofonica locale, volti a superare le criticità emerse dall’attuazione della disciplina legislativa e regolamentare previgente, che non differenziava l’attribuzione dei contributi in base a criteri di merito, determinando l’eccessiva parcellizzazione dei benefici di natura economica. Il provvedimento si prefigge quindi di premiare i soggetti che investono nell’attività editoriale di qualità anche mediante l’impiego di dipendenti e giornalisti qualificati e l’utilizzo di tecnologie innovative.

[vi] Con delibera n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, entrata in vigore il 2 marzo 2009, è stato approvato il Regolamento per l’organizzazione e la tenuta del Registro degli operatori di comunicazione (R.O.C.), che ha abrogato le disposizioni contenute nella delibera n. 236/01/CONS e nelle successive modifiche intervenute nel corso di questi anni, costituendo un testo unico in materia di organizzazione e tenuta del R.O.C. Le attività relative alla gestione del Registro sono delegate, per le Regioni, ai Comitati Regionali per le Comunicazioni (Co.re.com.), per effetto dell’Accordo-quadro tra Agcom e Conferenze delle Regioni e dei Consigli regionali concluso in data 4 dicembre 2008 nonché della successiva sottoscrizione di specifiche convenzioni bilaterali tra l’Autorità e i singoli Comitati che già hanno aderito al processo di delega e che pertanto risultano abilitati a svolgere le funzioni ivi previste.

[vii] Rientrano la promozione del pluralismo dell’informazione, il sostegno dell’occupazione nel settore, il miglioramento dei livelli qualitativi dei contenuti forniti e l’incentivazione dell’uso di tecnologie innovative

[viii] Secondo il TUSMA (Decreto Legislativo n.208/2021, titolo 1, art. 3, comma 1) è “emittente radiofonica a carattere commerciale locale”, senza specifici obblighi di palinsesto, quella che destina almeno il 20% della programmazione settimanale all’informazione, di cui almeno il 50% all’informazione locale, notizie e servizi, e a programmi, nell’ambito di almeno sessantaquattro ore settimanali.

[ix] Non rientrano le società collettive e uninominali (SNC e SAS), al contrario, prese in considerazione da MIMIT (Graduatorie) e Agcom (R.O.C.).

[x] Si stima un 5-10% di società che non ha ancora depositato il bilancio 2020 alla data di pubblicazione dello Studio (novembre 2022). Questo elemento è da tenere in considerazione in tutte le analisi relative al comparto radiotv locale nei successivi paragrafi.

[xi] Elaborazioni sulla base dei dati forniti da Cerved.

[xii] Include anche quelle società che non hanno dichiarato l’attività economica in Camera di Commercio nell’anno di riferimento.

[xiii] La stima fa riferimento ai dati Agcom e MIMIT relativi alle liste dei contributi a sostegno dell’emittenza locale.

[xiv] La stima del numero dei marchi di programmi era effettuata sulla base delle liste elaborate dal Mise (ora MIMIT) per l’assegnazione della numerazione automatica dei canali (Logical Channel Numbering – LCN).

[xv] Stima basata sulla capacità trasmissiva e sul piano di assegnazione dell’LCN del 2012. È stata presa inoltre in considerazione l’analisi effettuata sui dati del Registro degli Operatori (marzo 2016) da parte dell’Agcom (Delibera 41/17/CONS, Allegato A).

[xvi] Società che hanno depositato il bilancio 2020 a novembre 2022 (fonte CERVED). Il numero di società sconta un ritardo fisiologico in termini di deposito presso le Camere di commercio territoriali alla data in cui è avvenuta la pubblicazione dello Studio.

[xvii] Stima basata sulla capacità trasmissiva e sul piano di assegnazione dell’LCN del 2012. È stata presa inoltre in considerazione l’analisi effettuata sui dati del Registro degli Operatori (marzo 2016) da parte dell’Agcom (Delibera 41/17/CONS, Allegato A). La digitalizzazione del segnale televisivo ha permesso alle emittenti locali, analogamente a quanto successo per le nazionali, di trasmettere più programmi. Gli studi precedenti riportavano oltre 3.000 marchi di programmi, o canali Tv, per le televisioni commerciali (incluse le duplicazioni e i canali +1). La stima del numero dei marchi di programmi era effettuata sulla base delle liste elaborate dal MIMIT per l’assegnazione della numerazione automatica dei canali (Logical Channel Numbering – LCN). Tali elenchi, pubblicati gradualmente nel corso della transizione programmata dall’analogico al digitale svoltasi negli anni 2008-2012, rimangono ancora ad oggi l’unica fonte ufficiale di riferimento per i marchi di programmi e il numero delle emittenti locali.

[xviii] I contributi alle televisioni locali sono disciplinati dal Regolamento DPR 146/2017 (Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione), approvato dal Consiglio dei ministri il 7 agosto 2017. Le prime erogazioni all’emittenza radiotelevisiva locale riferite al nuovo Regolamento per annualità 2016 sono avvenute nel corso del 2018.

[xix] Questo valore include anche una quota marginale relativa ai ricavi per la fornitura di capacità trasmissiva per quelle società che svolgono attività in qualità di operatore di rete (DTT).

[xx] Alla data di fornitura dei bilanci da parte di Cerved (novembre 2022), si stima che circa il 5-10% delle società monitorate all’interno dell’Universo CRTV non ha ancora depositato il bilancio 2020.

[xxi] Tra il 2020 e 2021, il Governo italiano ha introdotto una serie di misure e iniziative di varia entità e tipologia per contrastare gli impatti dovuti alla crisi economica innescata dalla pandemia tra cui contributi a fondo perduto (D.L. 34/2020) e perequativi (D.L. 73/2021) oltre alla possibilità di accedere al Fondo integrativo salariale (F.I.S.). In ambito radiotelevisivo locale rientra lo stanziamento da parte del Ministero dello sviluppo economico dell’importo di 50 milioni di euro per l’anno 2020 (rifinanziato per 30 milioni nel 2021), quale contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da Covid-19 (Fondo emergenze per le emittenti locali).

[xxii] Secondo il TUSMA (Decreto Legislativo n.208/2021, titolo 1, art. 3, comma 1) è “emittente radiofonica a carattere commerciale locale”, senza specifici obblighi di palinsesto, quella che destina almeno il 20% della programmazione settimanale all’informazione, di cui almeno il 50% all’informazione locale, notizie e servizi, e a programmi, nell’ambito di almeno sessantaquattro ore settimanali.

[xxiii] Nello Studio CRTV non rientrano le società collettive e uninominali (SNC e SAS), al contrario, prese in considerazione da MIMIT e Agcom.

[xxiv] Alcune società sono attive anche nel settore televisivo locale. Rete Blu Spa, a cui fa capo il canale TV2000, è proprietaria anche di una emittente radiofonica locale (Radio InBlu).

[xxv] Stima basata su dati MIMIT e Agcom. Dall’analisi effettuata sui dati del Registro degli Operatori della comunicazione (ROC), tenuto dall’Autorità, emerge che a giugno 2017 l’insieme delle emittenti radiofoniche locali è rappresentato complessivamente da oltre 1.000 editori, che diffondono circa 1.300 programmi (marchi). I marchi a carattere commerciale sono circa 866, 356 quelli a carattere comunitario (Delibera n. 506/17/CONS).

[xxvi] Tra il 2015 e 2016 Radio Mobilificio di Cantù acquista e incorpora Radio Zeta, che sotto il controllo editoriale di RTL 102,500 HIT Radio, diventa Radio Zeta L’Italiana. RadioMediaset, già proprietario dei marchi R101, R105 e Virgin Radio, nel 2017 acquista il 100% del capitale delle società Radio AUT (Radio Suby) e Radio Subasio (Radio Subasio, Radio Subasio+) e nel 2018 quello di RMC Italia.

[xxvii] Contributi stanziati dallo Stato in base alla Legge n. 448 del 28 dicembre 2001, e provvidenze per l’editoria, relative alle sole utenze telefoniche per le quali è riconosciuta la riduzione tariffaria pari al 50%.

[xxviii] Il numero di società per le quali non sono disponibili i bilanci (non depositati e/o pubblicati) alla data di stesura dello Studio, è al netto di quelle che hanno cessato le proprie attività e/o sono state dichiarate fallite nel corso dell’anno.