Pirateria online, il rapporto annuale USA

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Danni per creatori, imprese e consumatori. Come ogni anno il Dipartimento per il commercio estero USA pubblica la lista nera dei paesi con alto tasso di pirateria e contraffazione (Relazione speciale 301). Si ricorda che l’Italia è uscita dalla lista dei Paesi ad alto tasso di pirateria con l’entrata in vigore del Regolamento AGCOM sulla tutela del copyright online, che ha affiancato l’intervento amministrativo alla via giudiziaria, che si è dimostrato particolarmente efficace come strumento dissuasivo (58% ordini di blocco, 33% adeguamenti nei primi 3 anni di attività, dati AGCOM), oltre a costituire una best practice anche a livello internazionale.

Dal 2006 tale documento è integrato dalla lista dei mercati più noti (Notorious Markets) redatto in collaborazione con l’International Intellectual Property Alliance che elenca mercati virtuali (siti Web) e mercati fisici al di fuori degli Stati Uniti dove si verifica una violazione su larga scala del copyright e raccomanda sanzioni commerciali per i Paesi con una debole applicazione della protezione del copyright. Dal 2010 tale elenco è emesso separatamente come parte di una revisione fuori ciclo (OCR). Obiettivo dei documenti è motivare azioni appropriate da parte del settore privato e dei governi per ridurre pirateria e contraffazione.

A livello di Paesi il Rapporto identifica Cina, India, Indonesia e Arabia Saudita fra i sorvegliati speciali (Priority Watch List) per violazione del copyright/contraffazione.

A livello di mercati (reali e virtuali) il documento Notorius Markets sottolinea come lo streaming resti la forma di pirateria che maggiormente impatta il copyright online I siti illegali di streaming superano quelli di condivisione e di download.  Lo scorso anno uno dei focus del report era dedicato alla IPTV che rimane un settore importante in cui sono state intraprese operazioni importanti di polizia nel Regno Unito e Svezia.

Il documento registra miglioramenti e maggior e consapevolezza delle imprese dei problemi legati alla tutela del copyright online, ma sottolinea la necessità di interventi delle autorità governative quando manchino azioni di best effort o risultino insufficienti. Richiede soprattutto ai governi di intervenire per eliminare quelle scappatoie legislative e regolamentari che permettono agli operatori di aggirare i meccanismi di tutela.

La pirateria dei diritti d’autore su scala commerciale e la contraffazione dei marchi generano significative perdite per i titolari di diritti minano attività commerciali legittime e la capacità di innovazione e l’occupazione. Ma soprattutto pongono rischi significativi per la sicurezza dei consumatori. Citati al riguardo due rapporti prodotti nel 2018, uno dall’European Union Intellectual Property Office (EUIPO) e un altro della Carnegie Mellon University che  hanno documentato la proliferazione di malware sui siti Web di pirateria online.Lo studio accademico ha quantificato il rischio:  raddoppiando il tempo speso sui siti illegali porta ad un aumento del 20% dei file malware totali, come adware, trojan e altri tipi di software di tracciamento. Analogamente, il rapporto EUIPO ha trovato una grande varietà di malware che inducono il controllo da remoto dei computer degli utenti esponendoli al furto di informazioni personali e finanziarie.

 

 

 

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