L’anno vecchio e l’anno che verrà

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Auguri a Radio e TV, il valore dei SIG. Nell’anno in cui televisione e radio hanno celebrato due cifre tonde importanti, rispettivamente i 70 e i 100 anni di trasmissioni in Italia, anche CRTV, nel suo piccolo, ha spento delle candeline importanti, quelle dei primi 10 anni di attività.

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A fine 2023 nella nostra Assemblea pubblica abbiamo dato conto di questi traguardi nel volume 100/70/10. Radio/TV/CRTV. Un secolo di storie: il libro – ad opera della struttura per la parte associativa, e di due docenti esperte Mihaela Gavrila e Marta Perrotta, rispettivamente per tv e radio – ha aggiunto al racconto dei percorsi storici quello dei temi aperti e urgenti del settore emersi nella Relazione del Presidente e nel dibattito con i referenti istituzionali e industriali – il Ministro Urso (Mimit), il Presidente Lasorella (Agcom) e il Presidente Bonomi (Confindustria), nel capitolo dedicato agli atti della conferenza. Il libro è accessibile in formato elettronico navigabile a questo link, tutti i materiali, documentali, video, e una serie di interviste a margine sono accessibili qui. Ma i compleanni “tondi” sono stati tanti altri: Auditel (40), Radio24 (25), oltre a tantissimi programmi… I compleanni sono sempre un’occasione per fare dei bilanci: radio e TV non solo sono resilienti, ma anche multi polari, multi piattaforma, multi brand, social. È questo l’abbrivio da cui partirà il 2025 (si veda oltre).

Risorse frequenziali per il broadcasting. Il 2023 si è chiuso con un traguardo importante per la televisione italiana e di altri Paesi Europei (fra cui Francia, Spagna e Grecia), poiché si è ottenuto a livello internazionale – ITU WRC 2023 – di mantenere l’esclusiva su una risorsa importante, le frequenze della banda 464-690 MHz (cosiddetta  sub 700), fino al 2030 (link al comunicato). Si tratta di frequenze necessarie alla televisione – soprattutto dopo la cessione di un’altra fascia pregiata, la banda 700 – per  assicurare al digitale terrestre un percorso evolutivo. Grazie a questa piattaforma di diffusione, si potranno infatti sviluppare servizi ad alta qualità per tutta la popolazione e nuove tecnologie distributive come il 5G broadcast senza costi e profilazione by design per l’utente (si veda l’approfondimento sui risultati). Il dossier è stato seguito in sede ITU da Confindustria Radio Televisioni fin dagli esordi, affiancando e coordinando le posizioni dei propri associati con la squadra del Mimit presieduta dalla Dr.ssa Eva Spina: dedizione, competenza e autorevolezza hanno permesso di raggiungere un grande risultato a tutela delle imprese del broadcasting e di tutto l’indotto.

Prominence. Broadcasting è un termine centrale, come avevamo suggerito nel claim della conferenza pubblica “diffondiamo valore”, poiché è proprio la diffusione da parte di editori che operano all’interno di un sistema di regole e principi che distingue e identifica l’offerta degli operatori radiotelevisivi come servizi di interesse generale (SIG). E’ questo un concetto approfondito particolarmente negli ultimi due anni riguardo alla prominence (o findability, discoverability, accessibility in UE): il tema è quello di assicurare l’accessibilità dell’offerta radiotelevisiva – un’offerta prodotta e diffusa nei vari Paesi di origine, plurale, universale, gratuita e senza profilazione dell’utente by design – nell’ambiente e sui device connessi. Sulla prominence CRTV si è attivata da anni – le prime uscite pubbliche risalgono all’inizio del 2022 (discorso programmatico del Presidente Siddi eappello all’Autorità). Ma solo di recente, in particolare nell’ultimo anno, il tema è venuto a maturazione, dopo diverse consultazioni in materia a livello nazionale e UE. In Italia è intervenuta Agcom con un provvedimento all’avanguardia in Europa, dove il tema è all’attenzione di legislatori e regolatori (si veda). CRTV oltre ad aver seguito il problema dell’LCN, che regola l’accesso all’interno della piattaforma televisiva digitale terrestre, ha ottenuto di affiancare il telecomando a tasti numerici anche ai televisori smart – strumento di accesso fondamentale, a livello di abitudine, per tutte le fasce di popolazione, nonché unico per alcune di esse a rischio di esclusione sociale e digitale. L’associazione ha quindi svolto un lavoro di sintesi e coordinamento degli associati, pubblico e privati, nazionali e locali, nei tavoli all’uopo predisposti dall’Agcom, per le icone sugli schermi degli smart tv, affinché esse rispondessero non solo a logiche proprietarie o commerciali, ma a criteri di rilevanza, appunto, per i servizi di interesse generale. Questo per quanto riguarda gli schermi TV, di recente è scaduto il termine per l’accreditamento (comunicazione) dei SIG all’Agcom (si veda). Per la costruzione di una prominence effettiva si aprono ora  nuovi fronti, uno proprio negli ultimi giorni (il 5 dicembre), con l’avvio del tavolo per la radio, anch’esso presidiato da CRTV insieme ai propri associati, cruciale per il settore dell’automotive, ma non solo. A livello UE, attraverso la partecipazione a AER, CRTV presidia il tema anche a livello di VAs (Voice Assistants, fra cui gli smart speaker) all’interno della Legge sui mercati digitali (Digital Markets Act, DMA).

Radio digitale. Essere accessibili, crescere e innovare sono temi centrali per il nostro settore. Un esempio importante è quello della radio digitale, DAB+: la nuova tecnologia trasmissiva, su cui i broadcaster nazionali hanno effettuato investimenti ingenti in termini di copertura e upgrade della rete ha visto una svolta quest’anno quando si è data attuazione al PNAF DAB del 2022 e indicato un calendario di spegnimento delle frequenze. (Mimit, Decreto direttoriale 30 luglio 2024 e s.m.i)  Abbiamo specificato “nazionali”, perché ad oggi le radio locali non sono state messe in grado di procedere neanche con le sperimentazione in alcune arre per la mancanza di risorse frequenziali congrue e per un ritardo nelle assegnazioni definitive (le prime sono partite solo nella primavera di quest’anno, si veda). Di DAB, anzi DAB+ si parla dai prii anni 2000, i primi provvedimenti sono del 2009, ma nelle diverse interlocuzioni con i referenti politici e istituzionali CRTV ha ribadito che permane la necessità di programmare e accompagnare il processo per effettuare una transizione virtuosa per pubblico e operatori con: azioni di promozione dei terminali digitali, la cui adozione è ancora bassa; simulcast FM e DAB fino a livelli di copertura, indoor e outdoor che non penalizzino nessuno; rispetto degli obblighi di inserire terminali di ricezione delle radio sulle interfacce e i device connessi (si v. recente audizione di CRTV all’Agcom e gli interventi istituzionali a un recente convegno ). Queste alcune delle istanze che continuiamo a portare avanti, anche in ambito UE (si veda oltre).  

L’attività di presidio che l’Associazione svolge sui temi del settore è rintracciabile dalla nutrita lista di circolari e comunicazioni che l’ufficio legale e regolamentare eroga nel corso dell’anno agli associati, nella partecipazione a consultazioni e audizioni e tavoli di settore, di cui diamo conto all’interno della nostra newsletter periodica e sul sito. Fra gli altri temi, la valutazione del SIC, la web tax, il fondo per il pluralismo, questi ultimi due incastonati fra gli emendamenti della legge di bilancio. L’aspetto forse più saliente di questa attività è che sempre più essa avviene su stimolo dell’Unione Europea, sempre più quadro normativo e fonte primaria della normativa di settore. Si pensi ai soli dossier aperti per revisione, valutazione di impatto, attuazione, che ricomprendono (lista non esaustiva), DSA, DMA, MFA, AI Act, copyright, AVMSD, GDPR, CCCE, P2B, comunicazione politica, per citarne alcuni, oltre ai temi “emergenti”, quali fair share, influencer, segnalatori attendibili….

Dell’attività in ambito regolamentare e normativo nel corso del 2024 citiamo anche il Comitato Media e Minori [AGGIUNGERE QUALCOSA]; la facilitazione di accordi quadro con le maggiori collecting, effettuata soprattutto per l’emittenza locale e volta arendere più efficiente, rapida e equa la remunerazione per AIE, produttori e utilizzatori a valle della liberalizzazione del settore effettuata dalla direttiva Barnier. Si segnala al riguardo la possibile progressione verso una banca dati unica (recente disegno di legge). Da ultimo, ma non per importanza, l’attività in tema di lavoro, aggiornamento del CCNL di settore e adempimenti collegati.

Il 2024 si è caratterizzato anche da una intensa attività esterna, in collaborazione soprattutto con le università italiane, per far conoscere radio e TV agli studenti di comunicazione, pubblico e professionisti del futuro prossimo. La lista degli eventi, materiali e video, è accessibile a questo link. L’accelerazione, soprattutto  in ambito radiofonico, nasce dal varo del nuovo Osservatorio Radio in Italia, a cura dell’ufficio Studi e RIcerche dell’Associazione, lanciato con la sua prima edizione nel giugno 2023, che ha messo in luce per la prima volta i dati del settore radio nell’ecosistema audio, con mappature delle nuove declinazioni multipiattaforma, on demand, social, di format e linguaggio. L’osservatorio è ora prossimo alla sua seconda edizione, che sarà comparata e riferita ai maggiori mercati europei. Il lavoro dell’ufficio studi non finisce qui, ricordiamo le ricognizioni periodiche in tema di canali tv e investimenti pubblicitari e i relativi archivi.

Se quest’anno di celebrazioni ci ha insegnato qualcosa, è di certo una maggiore consapevolezza del valore del broadcasting, inteso come industria culturale e dell’informazione a servizio del proprio pubblico. Qualcosa di diverso, noi crediamo di più, soprattutto a livello di garanzie, da tutto quello che è l’ambiente connesso con il quale radio e televisioni si misurano ogni giorno da anni.

L’anno che sta arrivando

Audi e cooperazione di sistema. Il 2025 sarà un anno importante per due innovazioni di mercato volte a rilanciare televisione e radio a livello di misurazione degli ascolti: l’entrata a regime del dato unico di total audience di Auditel e l’avvio della nuova misurazione della radio all’interno di Audiradio. L’importanza risiede nell’aggiornamento delle metodiche di misurazione con dati sempre più aderenti ai consumi digitali e connessi, ma anche nella collaborazione attivata fra i vari stakeholder del settore (per Audiradio un nuovo JIC) e di sistema. Parliamo di sistema, perché anche la confluenza attivata fra Audiweb e Audipress in Audicom, su impulso di Agcom, va nella direzione di valorizzare la scia digitale degli editori tradizionali nell’ambiente web.

Da gennaio 2025, anzi dalla settimana che si apre lunedì 30 dicembre Auditel fornirà il dato di total audience, dato unico del consumo “TV oltre la TV”, ossia su tutti i cosiddetti second screen (pc, tablet e smartphone, console, dongle, ecc.), sempre e ovunque oltre agli ascolti on demand. Il risultato è frutto del lavoro di quattro anni – è nel 2019 che si sono iniziati ad elaborare i primi dati sulle connessioni – e della costruzione di un nuovo standard che integra misurazioni campionarie (il “superpanel” composto da 16mila famiglie) e censuarie (sui dispositivi digitali grazie a specifici tag digitali, SDK, inseriti a monte dai broadcaster nel proprio flusso di contenuti), attraverso un modello statistico proprietario. Alla duplice misurazione corrispondono due tecnologie: il Meter e l’SDK. Le famiglie del SuperPanel Auditel sono dotate di un Meter, un’apparecchiatura elettronica che individua automaticamente, attraverso l’audio-matching, il canale sintonizzato sul televisore, ogni giorno, minuto per minuto, rilevando l’ascolto televisivo sia dei componenti della famiglia che degli ospiti eventualmente presenti. Con l’SDK (Software Development Kit), invece, Auditel misura gli ascolti fruiti, in casa e fuori casa, su tutti i device abilitati alla visione via protocollo IP (Tablet, Smartphone, Smart TV, PC, Set-Top-Box, Mini-Set-Top-Box, Game Console, etc.) tramite browser (web, mobile e Smart TV) e tramite App (desktop, mobile e SmartTV). L’SDK poggia su una architettura tecnologica che prende in considerazione soltanto gli ascolti reali, gli stream view (non gli stream start o le stream request) attraverso gli gli SDK. Il 2025 sarà un anno di passaggio: i due standard modificati renderanno impossibile confrontare il dato con quello dello scorso anno, con una cesura importante che, secondo le stime, aumenterà del 4% circa gli ascolti “tradizionali”. Fra le altre novità la diffusione dei dati di “total campaign” per le campagne pubblicitarie, a partire dall’estate 2025. Il dato unico di ascolti punta a offrire una risposta concreta alle esigenze di un mercato pubblicitario che per la Tv è salito del 9,2% nel periodo gennaio-ottobre secondo gli ultimi dati Nielsen.

Nel 2025 si avvia inoltre il lavoro di misurazione di Audiradio, JIC recentemente creato, dopo l’impasse e la successiva parentesi di TER (MOC). In questi giorni si sono chiuse le domande di ammissione per le radio che desiderano partecipare alla misurazione che anch’essa si baserà su una metodologia integrata, campionaria basata su CATI e SDK. Si tratta di un risultato eccezionale, che in tempi brevissimi ha riportato nell’alveo della misurazione tutti gli operatori di settore, il pubblico accanto al privato nella nuova ERA e gli investitori pubblicitari (Upa e Una); ha individuato nella soluzione ibrida, CATI su un campione rappresentativo della popolazione di riferimento (14+anni), affiancata dalla censuaria SDK, per i contenuti on demand delle radio iscritte: la via per portare a casa misurazioni attendibili, aggiornate, condivise e in continuità, e un progetto di upgrade inclusivo dei consumi digitali. Il primo rilascio pubblico sarà relativo ai dati del primo semestre 2025 per tutte le emittenti, nazionali e locali. Dal terzo trimestre 2025 si entrerà a regime con la pubblicazione dei dati a cadenza trimestrale (emittenti nazionali base trimestre, emittenti locali base semestre).

Innovazione e ibridazione. Il futuro è già qui, ibrido nelle misurazioni dell’impronta dell’offerta radiotelevisiva nell’ambiente digitale connesso, che per ora non comprende la misurazione del seguito social (ma in Auditel si sta già lavorando su questo), che sappiamo già alto, per brand di canali e programmi, radio e tv. Una currency trasparente in quanto condivisa, che tutela gli ascoltatori, non profilati by design, gli operatori radioTV e gli utenti pubblicitari. Un asset fondamentale nella competizione digitale che vede misurazioni proprietarie non comparabili né verificabili sulle piattaforme online, nonché abbinamenti non controllati ai contenuti. L’ibridazione si sviluppa tuttavia anche e soprattutto sulle tecnologie trasmissive. Le nuove generazioni di broadcasting digitale vedono la televisione ibrida HBBTV avanzare (si veda) e soluzioni per la radio ibrida (es. Radioplayer), sull’ automotive, ma non solo, per un consumo fluido lato utente, senza soluzione di continuità fra FM, DAB e IP.

Intelligenza editoriale e artificiale. Un altro futuro prossimo che è già qui, anche nell’attenzione associativa, è quello dell’Intelligenza artificiale, innovazione di processo e di prodotto, ma anche una potenziale minaccia ad asset, diritti e professionalità (si pensi ad es. al copyright o ai dati personali alle pratiche di webscraping per addestrare i grandi sistemi di LLM, o all’aspetto della responsabilità nell’informazione) che richiedono estrema attenzione. L’Associazione ha attivato dei gruppi di lavoro sul tema [CITARE QUALI?] per anticipare sfide e opportunità e seguire il percorso attuativo di norme come l’AI Act che impatteranno anche sul nostro settore. Per gli editori radiotelevisivi, imprese responsabili e radicate sul territorio, la sfida è coniugare intelligenza editoriale e artificiale, mantenendo una attenta supervisione e gestione umana dei nuovi strumenti a disposizione. Resta, per l’Italia e per gli altri mercati europei, la sfida della regolazione della competizione con gli operatori globali (streamer, OTT, social) e con capacità di investimento e distribuzione e penetrazione dei mercati inediti, operatori che sottraggono valore ai mercati nazionali e, soprattutto agli editori e all’audiovisivo: la regolazione non può più permettersi di segnare il passo. Nell’EMFA, come del resto in molti ordinamenti nazionali, si fa riferimento al valore aggiunto dell’essere editori (diverso da intermediario, host, aggregatore) che si riassume in un acronimo,  SIG (servizi di interesse generale), Servizi che si caratterizzano per la gratuità, l’accessibilità, l’inclusione, il pluralismo, la varietà e la qualità dell’offerta, l’affidabilità e la responsabilità dell’informazione, l’ investimento sostenuto e costante nell’industria creativa nazionale.

Radio e televisione dall’alto della loro storia pluridecennale stanno combattendo la sfida della convergenza, ma serve alimentare questo abbrivio con risorse proporzionate sul PIL, un sostegno essenziale per evitare fallimenti di mercato esiziali per l’editoria, la cultura e l’intrattenimento. E promuovere interventi normativi e regolamentari che indirizzino verso una competizione equa e rispettosa delle industrie nazionali, degli investitori e soprattutto dei pubblici: più intelligenza editoriale finanziata da pubblicità, meno personalizzazione spinta da  algoritmi e profilazione dei dati personali.

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