IA, la Commissione europea pubblica il Codice di buone pratiche per i modelli a uso generale

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Strumento volontario per aiutare l’industria a conformarsi agli obblighi della nuova legge sull’Intelligenza Artificiale. Il 10 luglio la Commissione europea ha presentato la versione finale del nuovo Codice di condotta per i modelli di intelligenza artificiale a uso generale, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza, sicurezza e rispetto del diritto d’autore da parte degli sviluppatori di IA che operano nel mercato europeo. Si tratta di un Codice di buone pratiche sull’intelligenza artificiale per finalità generali (GPAI nell’acronimo inglese), pensato per aiutare l’industria a conformarsi ai nuovi obblighi introdotti dalla Legge europea sull’IA. Il Codice, redatto da un gruppo di 13 esperti indipendenti con il contributo di oltre 1000 stakeholder tra cui fornitori di modelli, PMI, mondo accademico, esperti di sicurezza, titolari di diritti e organizzazioni della società civile – rappresenta un passaggio rilevante nel percorso di attuazione della nuova normativa europea.

Obiettivo principale del Codice è fornire orientamenti concreti per facilitare il rispetto delle disposizioni specifiche dedicate ai modelli di IA a uso generale, che entreranno in vigore il 2 agosto 2025.Riguardo ai contenuti, il Codice si articola in tre capitoli principali: Trasparenza, Diritto d’autore e Sicurezza, ciascuno pensato per offrire strumenti pratici ai fornitori, seppur con destinatari parzialmente diversi.

Il primo, dedicato alla trasparenza, propone una documentazione standardizzata per aiutare i fornitori a illustrare chiaramente le caratteristiche dei modelli e le informazioni essenziali richieste dalla normativa. Il supporto operativo che intende semplificare l’integrazione di questi modelli nei sistemi IA distribuiti nel mercato europeo, rafforzando la trasparenza lungo tutta la filiera tecnologica.

Il secondo capitolo si concentra sul rispetto del diritto d’autore, indicando modalità pratiche per adempiere agli obblighi previsti dall’articolo 53(1)(c) della Legge sull’IA. In particolare, viene fornita una guida per adottare politiche che garantiscano il rispetto della normativa europea in materia, anche attraverso tecnologie avanzate che consentano di identificare e rispettare le riserve di diritti espresse dai titolari ai sensi della Direttiva (UE) 2019/790.

Infine, il capitolo dedicato a sicurezza e protezione si rivolge in modo specifico ai fornitori dei modelli più avanzati e introduce pratiche consolidate per prevenire i rischi sistemici, come quelli legati ai diritti fondamentali o alla sicurezza (ad esempio nello sviluppo di armi chimiche o biologiche). Si tratta di una risposta concreta all’obbligo di valutazione e mitigazione dei rischi previsto dalla legge.

Come già detto, il Codice non fa ancora parte del regolamento europeo sull’IA e non ha carattere vincolante. Gli sviluppatori che aderiranno potranno beneficiare di meno oneri burocratici e maggiore certezza giuridica rispetto agli obblighi derivanti dall’AI Act. Il Codice sarà inoltre integrato da ulteriori orientamenti ufficiali che la Commissione pubblicherà prima della piena entrata in vigore della normativa.

Secondo alcuni primi commenti, anche questa versione del Codice sembra lasciare zone d’ombra che potrebbero esporre i titolari dei diritti allo sfruttamento incontrollato delle loro opere da parte degli sviluppatori di IA, costringendoli a fare affidamento solo su strumenti come il robots.txt o simili per limitare l’accesso ai propri contenuti.

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