Limiti ed errori dell’intelligenza artificiale generativa, legati alla raccolta o all’uso dei dati necessari per l’apprendimento automatico, causate da errori umani di partenza e dalla mancata valutazione cognitiva dei dati; profili di illegittimità giuridica riguardo alla violazione del diritto d’autore e della privacy, nel momento in cui la creatività si confonde con la manipolazione e l’autenticità dei dati, dei suoni e delle immagini (deepfake) questioni etiche e morali: sono alcune aree di attenzione indicate in premessa da Confindustria Radio Televisioni durante l’audizione alla Camera dei Deputati XI Commissione Lavoro Pubblico a Privato il 31 gennaio. Per poi concentrarsi sugli impatti più specifici in tema di lavoro e di lavoro nell’ambito dell’industria audiovisiva, con richieste di tutele rafforzata di una creatività antropocentrica, della privacy e della trasparenza, e di promozione della formazione per gestire tale transizione, un’opportunità che deve essere governata.
Per lo specifico del settore si è illustrato come l’intelligenza artificiale è diventato un partner innovativo e creativo indispensabile dalla pre-produzione – per creare dialoghi, sceneggiature, trama e personaggi, individuare location più adatte, fare il casting o decidere l’ammontare degli investimenti da effettuare, in pre-produzione – alla post-produzione , un esempio per tutti, l’utilizzo dell’IA per le attività di doppiaggio. L’IA sta trovando sempre più utilizzo nelle composizioni musicali attraverso l’analisi e l’impiego di enormi database musicali che spaziano nel tempo e nei generi e che offrono spunto alla creatività e alla scrittura delle canzoni. Oggi è possibile generare melodie e arrangiamenti attraverso algoritmi avanzati, il testo può essere scritto da Chat GPT e la copertina può essere creata da software.
Si è chiesto pertanto che innanzitutto vengano maggiormente tutelati il lavoro creativo e le imprese che in tale ambito operano. Sarà centrale evitare che frutti dell’intelligenza artificiale vengano confusi con l’opera creativa umana. Far sì che tutti coloro, che utilizzano, creano o addestrano sistemi di intelligenza artificiale manifestino, in ogni esito esterno, la natura totalmente artificiale del prodotto e le fonti dei dati utilizzati per il machine learning oppure per la IA generativa.
Più in generale, la rivoluzione tecnologica in corso sta facendo emergere implicazioni etiche e legali che riguardano il mondo del lavoro e lo stesso futuro dell’umanità, quali il diritto alla dignità umana, per il quale lavoro e creatività sono due aspetti che rimandano alla necessità di una dimensione antropocentrica dell’utilizzo dell’IA, caratterizzata dalla collaborazione tra le soluzioni rapide ed accurate individuate tramite IA ed il know-how dei professionisti. A livello di tutela dei lavoratori si è quindi sottolineato come livello normativo la “Proposta di Regolamento sull’Intelligenza Artificiale”, che nella sua formulazione definitiva incentrata sulla valutazione dei rischi, è in procinto di essere varata afferma che anche i sistemi di IA utilizzati nel settore dell’occupazione, nella gestione dei lavoratori e nell’accesso al lavoro autonomo, devono essere classificati come sistemi ad alto rischio, e che i rapporti contrattuali legati al lavoro dovrebbero coinvolgere i dipendenti e le persone che forniscono servizi tramite piattaforme. Non affronta però, nell’attuale formulazione, del problema centrale, ossia il mantenimento del posto di lavoro in cui concretamente andranno effettuate queste scelte. Sotto un profilo più generale, dovrà verosimilmente essere affrontato un ripensamento della formazione dei lavoratori, che dovranno essere sempre maggiormente consapevoli sia dello strumento sia dei suoi limiti.
L’audizione si è svolta, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro indetta dalla stessa, in rappresentanza dell’Associazione è intervenuto il Presidente Franco Siddi accompagnato dal Direttore Generale Rosario Donato.


