E’ di oggi la pubblicazione sul sito del Garante per la protezione dei dati personali. L’accordo riguarda la vendita di dati contenuti negli archivi delle testate digitali Gedi a OpenAI per usi di addestramento dei propri algoritmi (nota stampa).
Il provvedimento, adottato alla vigilia della cessione degli archivi digitali dei contenuti di diverse testate online del gruppo, fra cui Repubblica e La Stampa, in forza dell’accordo stipulato di recente, pone una serie di questioni importanti: sulla monetizzazione dei contenuti per usi di addestramento dell’AI da parte degli editori, sulla valutazione d’impatto dell’utilizzo di archivi di dati personali ai fini di AI, nonché sui diritti (ad es. il diritto di opposizione) di eventuali interessati ai sensi del GDPR. Il sottotitolo della nota stampa del Garante comunicato indica, a quest’ultimo riguardo, che a rischio possibile sono i dati di milioni di persone, le cui storie, con informazioni e dettagli personali anche di natura particolare e di carattere giudiziario non possono, secondo il Garante, essere licenziati in uso a terzi per addestrare l’intelligenza artificiale, senza le dovute cautele. Ma gli aspetti in considerazione sono anche altri, quali la valutazione d’impatto svolta dalla società e trasmessa al Garante sotto il profilo della base giuridica in forza della quale l’editore può cedere o licenziare in uso a terzi i dati personali presenti nel proprio archivio per addestrare i propri algoritmi; gli obblighi informativi e di trasparenza nei confronti degli interessati, cui Gedi non sarebbe nelle condizioni di garantire i diritti loro spettanti ai sensi della disciplina europea sulla privacy, in particolare il diritto di opposizione.
L’avvertimento si conclude indicando che ”la comunicazione dei contenuti editoriali delle predette testate del Gruppo GEDI a OpenAI potrebbe verosimilmente configurare una violazione della disposizioni di cui agli artt. 9, 10, 13, 14 e del Capo III del Regolamento, con tutte le conseguenze, anche di carattere sanzionatorio, ivi previste” Non a caso l’avvertimento del Garante Privacy, è stato inviato a Gedi e a tutte le testate che sono parte dell’accordo di comunicazione dei contenuti editoriali stipulato con OpenAI alla vigilia di tale cessione.
Nella sua nota stampa riferita al rilevo formale dell’Autorità il Gruppo GEDI ha precisa che l’accordo sottoscritto con OpenAI non ha ad oggetto la vendita di dati personali, “ma la comunicazione di contenuti editoriali, derivanti dall’attività giornalistica, e lo sviluppo di nuove e innovative modalità, tali da rendere accessibili i contenuti editoriali anche attraverso strumenti basati sull’intelligenza artificiale, assicurando al contempo la tutela dei diritti di proprietà industriale e intellettuale delle testate del Gruppo GEDI” e precisa che come già comunicato all’Autorità Garante, il progetto non è ancora stato avviato
SI ricorda che il provvedimento è stato adottato dopo i primi riscontri forniti dalla società nell’ambito dell’istruttoria avviata di recente dall’Autorità si veda la nota stampa “il faro del Granate privacy su accordi fra editori e Open AI” del 26 settembre scorso, dove si accenna anche al gruppo RCS.
L’AI Act è intervenuto a normare molti degli aspetti giuridici attinenti agli utilizzi della IA, ma sui temi riferiti alla privacy il GDPR rimane il testo di riferimento. Il tema della monetizzazione dei contenuti editoriali spesso già soggetti, in tempi di vacatio normativa, a fenomeni di webscraping, è all’attenzione del Garante in una indagine conoscitiva dedicata, cui ha partecipato CRTV, per l’importanza che assume per il nostro settore.


