Francia, Stati Generali dell’informazione, il rapporto

Stai Generali dell'informazione

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Urgenza di tutelare il diritto all’informazione, sviluppare lo spazio pubblico francese ed europeo con nuove forme di responsabilità e coinvolgimento, tutela dei media informativi: sono queste alcune delle raccomandazioni emerse dagli “Stati generali dell’Informazione”, un’ampia consultazione e riflessione nazionale sul tema dei media, pubblicata di recente. Il rapporto, che è il risultato di 12 mesi di consultazione di professionisti, accademici e cittadini, strutturati in 5 gruppi di lavoro ha elaborato 15 raccomandazioni per proteggere il diritto all’informazione. Ne richiamiamo qualcuna di interesse per la novità delle proposte:

  • la creazione dello status speciale di “società con una missione” per le aziende media che consentono ai loro lettori e giornalisti di partecipare alla governance, che impiegano un numero minimo di giornalisti e che si impegnano in termini di diversità degli argomenti trattati e punto di vista, promuovendo un’“etica della discussione”. Tali imprese possono beneficiare di maggiori aiuti da parte dello Stato.
  • aggiungere una nuova “responsabilità democratica” alla responsabilità sociale e ambientale degli attori economici, al fine di incoraggiare gli inserzionisti a investire nei media invece che nelle piattaforme digitali, e rendere trasparente questa allocazione ai media come contributo alla salvaguardia dello spazio pubblico democratico.
  • contributi obbligatori da parte delle piattaforme online molto grandi sulla pubblicità digitale.

Per salvaguardare il pluralismo dei media, il rapporto raccomanda inoltre che nell’esaminare le operazioni di fusione che coinvolgono i mezzi di informazione si tenga conto del “potere di influenza” dei mezzi di informazione attraverso il calcolo della loro “portata”. Altre raccomandazioni suggeriscono un miglioramento della trasparenza della governance dei media, anche attraverso la creazione di comitati etici e l’aumento dell’educazione ai media nelle scuole per incoraggiare un pensiero più critico e la prevenzione della disinformazione attraverso una sensibilizzazione su larga scala.

Il rapporto formula anche una serie di raccomandazioni da considerare a livello europeo, tra cui la tutela del diritto a un’informazione affidabile (ai sensi dell’articolo 3 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea). Viene inoltre proposto un diritto al “pluralismo dell’algoritmo” per garantire che gli utenti abbiano più scelta sulle raccomandazioni dei contenuti che ricevono con obblighi per le piattaforme di garantire che i contenuti informativi siano visualizzati in modo non discriminatorio o che i siti di notizie non possano essere de-referenziati. Infine, propone di includere i servizi di intermediazione pubblicitaria nel regolamento  DMA, vietando l’autopreferenza e forzando l’interoperabilità al fine di incoraggiare lo sviluppo di servizi ad tech concorrenti, e di lavorare verso un DSA 2 per affrontare l’evoluzione tecnologica, in particolare riguardo all’intelligenza artificiale generativa. Due raccomandazioni specifiche sono rivolte direttamente al settore dei media: impegnarsi in un approccio volontario e plurale all’etichettatura per rafforzare la fiducia del pubblico e iniziare a costruire uno strumento di gestione collettiva per il settore dei media informativi.

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