Francia, libro bianco della radio

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Roadmap del passaggio al DAB+, soglie di penetrazione per lo switch off, sostegni e misurazione dei nuovi ascolti digitali le maggiori novità. Negli ultimi mesi in Europa, governi, regolatori e talvolta rappresentanti delle radio stesse, pubblicano rapporti con l’obiettivo di dare una visione dell’evoluzione della radio nei prossimi anni. Tutti promuovono il DAB+ come tecnologia di diffusione digitale broadcast e si interrogano sui tempi di sviluppo dall’ascolto online, in forte progressione in tutti i Paesi.  La Francia non fa eccezione. Il regolatore (Arcom) ha appena pubblicato “Le livre blanc de la radio”, frutto di mesi di lavoro che ha coinvolto gli editori, il regolatore appunto, Médiamétrie, gli operatori di rete, i produttori di ricevitori e alcune amministrazioni pubbliche. Il Commissario in carica del settore radio dell’Arcom ha anche incontrato i principali regolatori europei per uno scambio in merito.

Il documento si apre con un’analisi approfondita della situazione della radio oggi in Francia, dove si constata che l’ascolto lineare diminuisce mentre l’ascolto on demand dell’offerta radiofonica è in forte aumento. Oggi il 62,2% della popolazione è coperta dalla diffusione DAB+, e alla fine dell’anno il 70% dovrebbe essere raggiunta dalla diffusione digitale.

Ma il cuore del documento è dedicato allo sviluppo del DAB+ nei prossimi anni. Per la prima volta si propone un calendario preciso per l’evoluzione della diffusione DAB+ e lo spegnimento della diffusione FM. Sono previste due tappe:

  • 2024-2027 la preparazione,
  • 2028-2033 la migrazione.

L’obbiettivo sarebbe di spegnere la diffusione FM nel 2033. Nella fase di preparazione si prevede di fissare e quantificare su base regolare le quote di ascolto e di dotazione dei ricevitori DAB+, quote che potrebbero modificare le date della seconda tappa. In questa tappa si prevede quindi di normalizzare la misurazione dell’ascolto DAB+. Sul piano normativo, in questa prima fase si dovranno rivedere le soglie di concentrazione degli operatori, gettare le basi legali per richiedere agli aggregatori una remunerazione corrispondente all’accesso alle radio sulle loro piattaforme e infine permette al regolatore di “congelare” le frequenze FM che le radio non utilizzano più affinché si concentrino sulla sola diffusione DAB+. Oggi la legge obbliga l’Arcom a mettere a disposizione delle radio ogni singola frequenza non occupata.   

La fase di migrazione (2028-2033) potrà iniziare quando concorreranno due condizioni: almeno il 70% della popolazione disporrà di almeno un ricevitore DAB+, e quando la FM rappresenterà meno del 50% dell’ascolto della radio. Oggi, stando ai sondaggi pubblicati del regolatore, il 20% della popolazione ha sentito parlare della radio DAB+ e il 10% conosce questa tecnologia di diffusione.

In questa fase l’Arcom coordinerà una proposta, in collaborazione con gli editor radiofonici, per chiedere un aiuto pubblico rivolto agli editori per finanziare la doppia diffusione (DAB+/FM), aiuto evidentemente limitato nel tempo. Inoltre, i piccoli comuni dovranno beneficiare, in questa fase di migrazione, di un aiuto finanziario per installare gli impianti di diffusione DAB+.

In occasione della presentazione del libro bianco, Médiamétrie ha annunciato che fornirà per la prima volta le quote di ascolto DAB+ della radio per la Wave di settembre-ottobre prossimi. In un primo tempo i dati saranno riservati alle sole radio abbonate, poi dal 2025 saranno pubblicati i dati aggregati. Questa rilevazione sarà possibile perché la misurazione automatica attraverso meter permette di identificare la rete di diffusione (FM, DAB+, Online ). I 6000 meter oggi attivi permetteranno quindi di quantificare precisamente l’ascolto DAB+ delle radio che diffondono in DAB+ e FM. Per le radio che già oggi diffondono unicamente in DAB+ (locali o nazionali), la Cati attuale permette di quantificare l’ascolto digitale. 


Albino Pedroia
Professore presso l’Università La Sorbona di Parigi, consulente in ambito radiofonico


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