Finanziamenti alla produzione, lavoro femminile, equa remunerazione AIE

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In tre rapporti recenti l’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo analizza come varia la composizione dei budget di produzione, come si caratterizza l’utilizzo di risorse femminili nella produzione audiovisiva lineare e SVOD con dati storici. E in un analisi comparata monitora l’implementazione nei vari Stati della Direttiva UE 2019/790 sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale, sotto diversi profili fra cui criticità, giurisprudenza e ambiti di miglioramento.

Produzione, in aumento gli incentivi, in calo investimenti e fondi pubblici. In un recente rapporto dell’Osservatorio Europeo dell’audiovisivo si sottolinea come il finanziamento dei film in Europa vede un maggior ricorso ad incentivi a fronte del calo di fondi pubblici e investimenti dei broadcaster. I dati sono riferiti al periodo 2016-2020, pre-Covid, e pertanto il trend potrebbe essere più marcato. Qualche dato: quasi due terzi dei film europei usciti tra il 2016 e il 2020 hanno un budget inferiore a 3 milioni di euro, con un aumento dei budget medi dei film prodotti nei mercati piccoli rispetto ai mercati mediai. La quota di finanziamento pubblico diretto rimane la principale fonte di finanziamento ma perde oltre 5 punti percentuali nel periodo, dal 29,4% nel 2016 al 24,0% nel 2020. VIceversa, la quota degli incentivi alla produzione è aumentata in modo significativo, dal 9,6% del finanziamento totale nel 2016 al 17,8% nel 2020, aumento attribuito principalmente al ruolo crescente degli incentivi alla produzione nei mercati medi e grandi, controbilanciando la diminuzione della quota di finanziamento pubblico diretto. In valori percentuali sul totale produzione tuttavia la quota di finanziamento del sostegno pubblico totale è leggermente aumentata, passando dal 39,0% nel 2106 al 41,8% nel 2020, con i film con budget superiori a 5 milioni di euro che hanno registrato l’aumento più elevato del sostegno pubblico. L’importanza degli investimenti delle emittenti come fonte di finanziamento è diminuita nei grandi mercati. Il calo ha interessato soprattutto i film con budget superiore a 3 milioni di euro.

Osservatorio Europeo dell’audiovisivo: impiego delle donne nelle produzione TV e SVOD. A livello di impiego femminile nella produzione, l’organismo ha impostato un monitoraggio da qualche anno, soprattutto nel settore della produzione cinematografica. In questo caso la ricerca si concentra sui ruoli femminile nella produzione all’interno di produzioni televisive e SVOD. Lo storico permette di constatare in n8 anni (2015-2022) un aumento dell’impiego di risorse femminili all’interno dei team produttivi, ma resta comunque appena al di sopra di 1/4 del totale e con quote più basse nei ruoli di coordinamenrto/apicali. La buona notizia tuttavia è che tutte le quote (professioniste attive, in servizio, con ruoli manageriali) crescono, anche per effetto del “networking” femminile che coopta figure di genere. In lingua inglese, tutti i dettagli qui.

Equa remunerazione AIE: criticità e ambiti di miglioramento Il rapporto “Equa remunerazione per gli autori e gli artisti interpreti o esecutori audiovisivi negli accordi di licenza” esamina come la Direttiva UE 2019/790 sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale (direttiva CDSM) mira a rafforzare la posizione degli autori e degli artisti artisti quando concedono in licenza i loro diritti esclusivi per l’uso delle loro opere o rappresentazioni ne gli approcci adottati dagli Stati membri nel recepimento. Il corposo rapporto, 100 pagine, in inglese, scaricabile da questo link è strutturato in cinque capitoli, con i seguenti contenuti:

  • il primo fornisce una panoramica strutturata della catena del valore coinvolta nella creazione di un’opera audiovisiva, con un focus particolare sui nuovi modelli di distribuzione online;
  • il secondo si concentra sul quadro giuridico dell’UE per l’equa remunerazione. Gli autori sottolineano che un mercato ben funzionante per il diritto d’autore necessita di due obiettivi politici principali: migliorare la mancanza di trasparenza nei rapporti contrattuali e ripristinare l’equilibrio tra il potere dei vari partner contrattuali. Obiettivi ampiamente condivisi da CRTV in tutte le sedi in cui si è dibattuto l’argomento. In questa sezione si approfondisce il capo 3 del titolo IV della direttiva CDSM e le varie disposizioni in esso contenute al riguardo;
  • il terzo si concentra ulteriormente sull’attuazione del capo 3, confrontando i diversi approcci in sette Stati membri dell’UE: Germania, Francia, Belgio, Ungheria, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna, analizzati in un allegato dedicato;
  • il quarto analizza il ruolo della contrattazione collettiva nel garantire una maggiore trasparenza negli accordi contrattuali con una panoramica dei vari meccanismi previsti a livello nazionale a tal fine ed esamina in particolare i contratti collettivi,  alla luce del diritto europeo della concorrenza, nonché  gli organismi di gestione collettiva, di cui vengono descritti ruolo e funzionamento. Esempi di contratti collettivi e loro applicazione in Germania, Svezia, Danimarca, Polonia, Francia, Italia, Paesi Bassi e Stati Uniti.
  • il capitolo cinque guida il lettore attraverso la recente giurisprudenza dell’UE in questo campo.

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