Presentata l’11 marzo la 19esima edizione del Rapporto sulla comunicazione del Censis dal titolo “Vero o falso”, ad indicare una prima indagine delle attitudini degli italiani verso l’intelligenza artificiale, che confonde ulteriormente i confini tra vero e falso, appunto, ma anche a rappresentare una ricognizione con chiari e scuri sui consumi mediatici. Il rapporto analizza i dati 2023 confrontati con l’anno precedente, ma include anche, ove possibile,dati storici degli ultimi 15 anni. Dalla sintesi del rapporto, pubblicata sul sito Censis, riportiamo le maggiori evidenze, per rimandare ai commenti dei broadcaster nell’evento di presentazione presso il Senato in una news dedicata.
Tv primo mezzo, cresce la fruizione online. Nel 2023 a guardarla è complessivamente il 95,9% degli italiani (+0,8% rispetto al 2022). Stabile il numero di telespettatori della tv su digitale terrestre: +0,9% rispetto al 2022), in lieve crescita la tv satellitare (+2,1%), ma soprattutto la tv via internet (+3,3% in un anno) che arriva al al 56,1% di utenza, con un boom della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 al 33,6% di oggi (più di un terzo degli italiani).

La radio è ibrida. La radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media. I radioascoltatori rimangono intorno all’80% degli italiani (78,9%), in lieve flessione (-1,1% rispetto al 2022). Scende l’ascolto della radio indoor, in casa 45,6% di utenza (-2,4% rispetto al 2022 ), viceversa l’autoradio si attesta ai livelli pre-pandemici, intorno al 70% degli ascolti (al 69,1%), e per quanto riguarda l’ascolto via internet con il pc (18,2% degli utenti) e con lo smartphone (24,1%), si registra una crescita importante nel lungo periodo (rispettivamente +10,6% e + 20,5% dal 2007 ad oggi), ma un calo nel breve (rispettivamente -2,2% e -5,0% tra il 2022 e il 2023).

Consolidamento di internet, smartphone e social network. Tra il 2022 e il 2023 si registra un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’89,1% di utenza, con una differenza positiva di 1,1 punti percentuali), una sovrapposizione quasi perfetta con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%) e molto prossima a quanti sono gli utilizzatori di social network (82,0%).
Carta stampata, perdura la crisi dei quotidiani, anche online, crescono i libri (ma non gli e-book). I quotidiani cartacei venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani nel 2023 risultano letti solo dal 22,0% : in quindici anni si sono persi il 45% dei lettori, e l’emorragia non accenna a fermarsi ((-3,4% il calo nell’ultimo anno): Più stabili i settimanali con una una “limatura” dei lettori (-1,7%) e i mensili (-2,8%). Ma forse il dato più preoccupante è che si riflette anche sulle declinazioni online -2,5% in un anno i quotidiani online, a fronte di una quota stabile di quanti utilizzano i siti web d’informazione. In ripresa i libri, nel 2023 in crescita – gli italiani che leggono libri cartacei sono il 45,8% del totale (+3,1% rispetto allo scorso anno ma -13,6% rispetto al 2007) – ma i lettori di e-book rimangono stabili al 12,7%.

Dal rapporto anche un approfondimento sui giovani, fascia che consuma soprattutto YouTube e Instagram, sulla serialità e sui consumi mediativi, questi ultimi monitorati attraverso un abbinamento di spesa per i terminali e consumi audiovisivi, in un’ottica di analisi dei consumi nell’era “biomediatica”, coe da qualche anno è stata definita la dieta mediale personalizzata indotta dalla portabilità dei terminali.
Qui la sintesi del rapporto.