Canali TV nazionali 2024, come cambia la TV

canali tv in italia

Condividi l'articolo

Torna il rapporto “Canali TV in Italia”, censimento periodico dei canali televisivi nazionali broadcast diffusi da editori con sede in Italia, curato dall’Ufficio Studi e Ricerche di Confindustria Radio Televisioni. Numero di canali, editori, standard di trasmissione, piattaforme, modelli di business, generi tv sono alcune delle variabili attraverso le quali si elaborano le aggregazioni, una fotografia della diffusione broadcast lineare all’ultimo anno solare, in questo caso il 2023. La fotografia è corredata, come di norma,  dai maggiori eventi del mercato nell’ultimo anno e focus specifici – ad es. i canali visual radio trasmessi su digitale terrestre e satellitare.

Lo scenario broadcast all digital (2012-2023). Anche in questa edizione, alle slide “Canali Tv in Italia”, si aggiunge una infografica riepilogativa e un report, dove con testi e grafici si ripercorre il trend della televisione broadcast nell’era all digital (dal 2012 ad oggi), il rapporto, infatti, può contare su un database costruito negli anni. E’ del luglio 2012 la finalizzazione del passaggio dell’etere terrestre dall’analogico al digitale, i grafici storici indicano per es. come dopo una prima fase di espansione, in cui gli editori nazionali hanno sperimentato molto, soprattutto nel multichannel free-to-air, ne è seguita un’altra caratterizzata da una lenta e progressiva razionalizzazione, principalmente nel segmento a pagamento.

Negli ultimi anni, infatti, a seguito delle scelte strategiche dei maggiori operatori globali, indotta anche dall’accelerazione dei consumi online nel periodo della emergenza pandemica da Covid19, la programmazione di una serie di canali è diventata parte integrante dei nuovi servizi streaming on demand, determinando la chiusura di numerosi canali televisivi. Un impatto sul numero (dei canali), ma anche sui modelli di finanziamento, con una risalita dei canali FTA rispetto a quelli pay, e un sorpasso, dei primi fra il 2019 e il 2020, con linee di trend molto definite, in calo per il segmento pay e, sembrerebbe, vicine ad una stabilizzazione per il free. 

Nel segmento pay la novità di Dazn, che privilegia l’offerta SVOD, ma affianca una proposta broadcast. Il tema dei diritti premium resta la discriminante centrale per il successo delle offerte pay – e calcistica in particolare, e il rapporto fa un recap delle partneship per la serie A negli ultimi 5 anni. FOtografia attuale quindi e ricostruzione degli andamenti dell’era alla digital della televisione con dati, mappe e grafici.

Broadcast ma non solo. Da ultimo, il report ha una premessa: “come cambia la tv”. Siamo abituati infatti a pensare alla tv come mezzo tradizionale, ma ci sono alcune novità recenti che stanno ridisegnando il mercato broadcast: si pensi alla transizione allo standard digitale di seconda generazione, DVBT-2, il cui completamento avverrà a breve, non appena la penetrazione dei ricevitori predisposti alla ricezione del nuovo segnale nelle famiglie italiane permetteranno di non lasciare indietro nessuno.  

O alla penetrazione dei televisori smart, presenti ormai nel 60% delle abitazioni italiane, come tecnologia disruptive, ma utilizzati in modalità connessa solo dal 47% delle famiglie.

E poi lo standard HBBTV sul digitale terrestre, per unire l’esperienza della tv tradizionale con le nuove funzionalità introdotte dalla diffusione di contenuti su IP e permettere un facile e omogeneo accesso alle diverse applicazioni dei broadcaster: a dicembre 2023 sono un’ottantina i canali LCN con standard HBBTV, nel rapporto si descrivono le modalità di accesso (jump o widget) e si indica che la metà di questi canali modalità jump. 

Infine, si traccia un quadro del mercato SVoD – principali eventi nell’ultimo triennio (anche qui post Covid) consumi, evoluzione dei servizi: è questo un settore frequentato dalle media company “tradizionali” accanto ad altri operatori di varia provenienza. Nel mercato SvoD così popolato, emerge la modalità FAST (free ad-supported streaming), una linearità senza palinsesto. Si parla anche di questo.

Il tutto con cenni alle maggiori problematiche regolatorie dello scenario allargato (es. prominence) o alla tv che verrà (lo spazio alla sperimentazione 5G broadcast aperto dalla permanenza dell’assegnazione primaria della banda sub 700 ai broadcaster TV europei).  Temi che Confindustria Radio Televisioni presidia con tutti i referenti istituzionali, insieme e per conto dei propri associati, cercando posizioni di sistema.



ALLEGATI

Report Canali Tv in Italia 2024

Presentazione Canali Tv in Italia 2024

Infografica Canali Tv in Italia 2024

Articoli correlati