Il rapporto AGCOM fotografa un Paese connesso ma impreparato di fronte a hate speech, disinformazione e algoritmi opachi. In un’Italia sempre più immersa nel digitale, la capacità di orientarsi in modo consapevole e sicuro nel mondo online resta ancora largamente insufficiente. È quanto emerge dal nuovo Rapporto AGCOM sull’alfabetizzazione mediatica e digitale, presentato alla stampa dal presidente Giacomo Lasorella insieme al commissario Massimiliano Capitanio e al direttore del Servizio Studi Mario Staderini. L’indagine, basata su un campione rappresentativo di oltre 7.000 individui dai 6 anni in su, rivela un quadro ambivalente: da un lato, il 90% degli italiani utilizza Internet quotidianamente, con quasi la metà collegata per oltre quattro ore al giorno; dall’altro, una larga fetta della popolazione si dimostra vulnerabile ai pericoli della rete.

Contenuti a rischio: odio, fake news e revenge porn. Più della metà degli italiani ha avuto esperienza diretta con contenuti problematici, come discorsi d’odio, disinformazione e revenge porn. La preoccupazione è diffusa – oltre l’80% degli intervistati la esprime – ma non si traduce in una reazione strutturata: il 44,1% non ha mai cercato aiuto o informazioni per migliorare il proprio approccio critico ai media digitali.I minorenni sono più propensi a chiedere supporto: si rivolgono alla famiglia, agli insegnanti e agli amici. Tuttavia, tre su quattro hanno già avuto esperienze dirette con contenuti rischiosi, in particolare sfide social, cyberbullismo e revenge porn. Il dato preoccupa, anche perché la consapevolezza resta bassa.
Algoritmi e personalizzazione: un mistero per molti. Una delle lacune più evidenti riguarda la cosiddetta alfabetizzazione algoritmica. Solo il 7% della popolazione raggiunge un livello ottimale, mentre quasi due terzi (64,6%) non hanno alcuna comprensione del ruolo che gli algoritmi svolgono nella selezione dei contenuti online. Il 41% non sa nemmeno che esistono. Chi invece è più consapevole, tende a usare strumenti di personalizzazione e segnalazione dei contenuti, dimostrando che informazione e tutela vanno di pari passo.
Cosa fanno gli italiani e le famiglie di fronte ai contenuti a rischio. Otto italiani su dieci mettono in atto almeno una forma di contrasto: la metà evita piattaforme che veicolano contenuti pericolosi, ma solo un terzo verifica la fonte delle notizie. La verifica e la segnalazione sono pratiche più frequenti tra chi ha un titolo di studio elevato. La sensibilità delle famiglie cresce: l’80% dei genitori adotta qualche forma di controllo sull’uso dei media da parte dei figli. Le strategie variano a seconda del livello di istruzione ed età: i genitori più anziani e laureati preferiscono il monitoraggio condiviso (co-using), mentre i più giovani e meno istruiti optano per limiti rigidi o divieti.

Il rapporto conferma l’urgenza di promuovere una vera cultura della cittadinanza digitale, in cui ognuno, fin dall’infanzia, sia in grado di comprendere e governare le logiche della comunicazione online. L’AGCOM, come previsto dal Testo Unico dei Servizi Media Audiovisivi, proseguirà su questa strada, rafforzando le iniziative di monitoraggio, formazione e sensibilizzazione.
Sul sito dell’Autorità sono reperibili sintesi del Rapporto, e relative slides; e la Relazione sull’attività di Monitoraggio Agcom 2024, con informazioni di dettaglio sull’attività istituzionale svolta, comunicato stampa sul rapporto.
ALFABETIZZAZIONE MEDIATICA, L’IMPEGNO ISTITUZIONALE
L’articolo 4, comma 4, del TUSMA, dispone che l’AGCOM è tenuta a monitorare le attività di alfabetizzazione in Italia e a redigere relazioni annuali. Queste relazioni costituiscono la base per una relazione triennale che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy trasmette alla Commissione Europea. La prima relazione triennale relativa al periodo 2020-2022 è già stata pubblicata a Bruxelles insieme a quelle degli altri Stati membri.
Per facilitare la raccolta e l’organizzazione delle informazioni, l’AGCOM ha istituito un Tavolo di coordinamento aperto aistituzioni, operatori del settore, associazioni e soggetti della società civile. Tra i partecipanti: ministeri, operatori media e digitali (nazionali e locali), enti del terzo settore, università, ricercatori ed esperti. Le istituzioni regionali e locali, insieme ad altri soggetti del mondo delle comunicazioni, possono partecipare come osservatori. Il tavolo, si è riunito per la prima volta il 2 dicembre 2024. Confindustria Radio Televisioni ha partecipato alla riunione di avvio del tavolo e contribuirà ai lavori. Obiettivo dell’organismo è migliorare lo scambio di dati e buone pratiche tra stakeholder pubblici e privati, da un lato, favorire lo sviluppo di strumenti comuni per valutare l’impatto delle politiche di alfabetizzazione. A valle della presentazione del rapporto è stata convocate la seconda riunione del Tavolo, prima della pausa estiva.
Non meno importante è il ruolo dei Comitati Regionali per le Comunicazioni (Co.re.com.), ai quali l’AGCOM ha delegato specifiche funzioni di media education, tramite un Accordo Quadro (delibera n. 427/22/CONS). I Co.re.com. sono incaricati di realizzare iniziative educative, con particolare attenzione alla tutela dei minori. Le Linee Guida approvate con la delibera n. 182/23/CONS definiscono priorità, modalità e ambiti di intervento.
A sostegno delle scuole, l’AGCOM ha adottato anche un Atto di indirizzo specifico per i percorsi formativi di cittadinanza digitale(delibera n. 177/24/CONS), volto a promuovere progetti rivolti agli studenti delle scuole secondarie. Per il 2025, otto regioni italiane ospiteranno percorsi scolastici finalizzati al conseguimento del cosiddetto “patentino digitale”, uno strumento che certifica le competenze digitali di base degli studenti.
Infine, il 19 dicembre 2024 è stato firmato un protocollo d’intesa tra AGCOM e il Ministero dell’Istruzione e del Merito, per integrare l’educazione ai media nei percorsi di educazione civica, come previsto dalla legge n. 92 del 2019.


