Dalla Relazione annuale emerge il ruolo guida dell’Autorità per accompagnare la transizione tecnologica e tutelare pluralismo, diritti e concorrenza nel settore radiotelevisivo. Il panorama dei media e dei servizi digitali in Italia, osservato attraverso la lente dell’ultima Relazione Annuale AGCOM presentata dal Presidente Giacomo Lasorella, restituisce l’immagine di un settore in trasformazione, dove il ruolo tradizionale di televisione e radio resta centrale, ma deve confrontarsi con sfide crescenti legate alla digitalizzazione e all’evoluzione dei consumi.
Un dato paradigmatico del cambiamento in atto riguarda proprio la televisione, come ha indicato il Presidente Lasorella nel suo discorso, che pur mantenendo un peso rilevante nella dieta mediatica degli italiani, non rappresenta più il principale canale di informazione. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio AGCOM sul sistema dell’informazione del marzo scorso, oggi solo il 46,5% della popolazione adulta utilizza la TV per informarsi: era il 67,4% solo 5 anni fa, nel 2019.
In particolare, è la Rete, con motori di ricerca, social media e piattaforme online, ad essersi affermata quale principale porta di accesso alle notizie (52,4%). Questo “avviene nonostante TV, radio e carta stampata restino ai vertici in termini di affidabilità percepita da parte degli italiani e impone una riflessione sulla necessità di tutelare e salvaguardare l’informazione professionale, anche in applicazione dei principi del regolamento europeo per la libertà dei media, a tutela del pluralismo” ha dichiarato Lasorella, che ha aggiunto: “L’analisi della composizione dei ricavi nel settore dei media conferma i cambiamenti in corso. I ricavi pubblicitari delle piattaforme sono aumentati in 7 anni di circa il 250%, passando da quasi 2 miliardi nel 2016 a circa 7 miliardi di euro nel 2023. Ciò sta determinando una modifica degli assetti del mercato, con una crescita, nel Sistema integrato delle comunicazioni (SIC), del peso di attori come Alphabet/ Google, Meta/Facebook, Amazon e Netflix, accanto agli attori tradizionali quali RAI, Comcast Sky, Fininvest, Discovery e Cairo Communication”. “Non solo,” ha commentato “questi dati, relativi alle diverse fonti di informazione, costituiscono un importante elemento di riflessione in relazione alla configurazione stessa del nostro dibattito pubblico, e, in definitiva, in relazione alla tenuta della nostra democrazia”.


Tabelle a cura di Agcom, appendice statistica alla Relazione
In questo scenario, il compito dell’Autorità si articola su due direttrici principali: accompagnare la trasformazione dei settori “tradizionali”, assicurando una transizione ordinata e al tempo stesso regolare uno sviluppo armonico dei nuovi servizi digitali, nella garanzia della persona e dei suoi diritti.
Si tratta di una sfida che si colloca in un quadro normativo fortemente influenzato dall’azione europea, con il recente consolidamento di regolamenti chiave come il Digital Services Act (DSA), il Digital Markets Act (DMA) e l’European Media Freedom Act (EMFA, continua. In particolare, il 2024 ha visto l’adozione definitiva dell’EMFA, il regolamento europeo volto a rafforzare la libertà e il pluralismo dei media. Tra le novità più rilevanti per il settore radiotelevisivo ci sono le disposizioni in tema di trasparenza sulla proprietà, la rilevazione dell’audience anche per i media digitali e nuove regole sulla moderazione dei contenuti da parte delle piattaforme. Su molti fronti, l’Italia risulta già in linea, anche grazie all’azione di AGCOM, che ha contribuito alla transizione dall’organismo dei regolatori ERGA al nuovo Media Board europeo (EMB) previsto dal Media Freedom Act.
Venendo ai dati, dal punto di vista economico il settore media ha mostrato segnali di consolidamento della ripresa dopo il periodo pandemico: nel 2024 il fatturato complessivo ha superato i 12 miliardi di euro (+3,2% rispetto all’anno precedente), trainato dalla crescita dei contenuti a pagamento e dalla tenuta di radio e televisione, che insieme generano ancora la quota preponderante delle risorse. Dalla tabella che segue spicca anche, a fronte della ripresa di radio e TV post pandemia, il costante declino della stampa.

La televisione in particolare, secondo i dati AGCOM, con il 72,8% delle entrate, continua a rappresentare il fulcro del sistema, con una raccolta pubblicitaria e ricavi da abbonamenti e contenuti in crescita. Si rileva anche che una fetta importante di tale ascesa, e maggioritaria all’interno della TV a pagamento è attribuibile alle piattaforme online.


Il settore radiofonico, nonostante un calo degli ascolti del 3,5% (2024 su 2023), mantiene una penetrazione significativa (67,2% degli italiani),sostiene AGCOM, superiore ai livelli pre-pandemia. ha proseguito il proprio impegno per promuovere lo sviluppo del DAB+, auspicando interventi legislativi per agevolare la diffusione e l’accesso alle frequenze digitali su tutti gli autoveicoli. I ricavi mantengono un trend in crescita trainata dalla pubblicità.

Di interesse diretto per il settore radiotelevisivo che rappresentiamo le maggiori evidenze illustrate nel discorso del Presidente e dettagliate nella relazione inclusono anche:
- In ambito regolatorio, l’Autorità ha ricordato di aver introdotto nuove norme per garantire la prominence dei canali televisivi e radiofonici, servizi media di interesse generale, sui dispositivi digitali, assicurandone la visibilità nell’interfaccia utente. Sono stati inoltre aggiornati i regolamenti su quote di programmazione e investimenti in opere europee e indipendenti, rafforzando il sostegno alla produzione nazionale.
- Sul fronte dei servizi digitali, AGCOM ha operato come Coordinatore nazionale ai sensi del DSA, assumendo un ruolo di raccordo con la Commissione europea e partecipando ai lavori del Comitato europeo per i servizi digitali. In questo quadro, particolare attenzione è stata rivolta alla tutela dei minori e al contrasto alla disinformazione, anche attraverso la definizione di procedure per la gestione dei reclami e il riconoscimento dei segnalatori attendibili.
- Infine, in materia di tutela del diritto d’autore e lotta alla pirateria, l’Autorità ha consolidato il funzionamento della piattaforma Piracy Shield, estendendone l’ambito d’intervento anche ai servizi VPN e DNS, con risultati concreti nel blocco di siti e indirizzi IP che diffondevano illegalmente contenuti sportivi in diretta. COme noto tali meccanismi si estenderanno a breve anche ad altri contenuti (ndr). Sul tema dell’equo compenso agli editori per l’utilizzo digitale delle pubblicazioni giornalistiche, AGCOM ha continuato ad applicare il proprio regolamento in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia europea.
In sintesi, il quadro delineato conferma la centralità di TV e radio all’interno di un sistema in profonda evoluzione, nel quale la regolazione si conferma strumento essenziale, ma non sufficiente per l’entità e la rapidità del cambiamento per garantire concorrenza, pluralismo e tutela dei diritti nell’ecosistema digitale (si v. comunicato stampa di commento alla Relazione del presidente A. Marano).