Diritti Connessi: la trasparenza è la chiave per favorire la liberalizzazione

Chi ha paura della liberalizzazione 1_quadr

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La liberalizzazione del mercato del diritto d’autore e dei diritti connessi ha aperto alla concorrenza tra le società di gestione collettiva, l’Italia risulta ormai sostanzialmente in linea con la posizione e gli obiettivi dell’Unione Europea che sono di garantire un mercato equo, efficiente e trasparente; tuttavia, allo stato attuale la normativa sembra non avere ancora raggiunto l’obiettivo di trovare un  bilanciamento degli interessi degli autori, degli utilizzatori dei contenuti e delle società di gestione; anzi la frammentazione del mercato ha portato a inefficienze operative, con alcune società che faticano a competere efficacemente e a garantire una gestione ottimale dei diritti. La liberalizzazione non fa di certo paura agli utilizzatori, è però innegabile che la proliferazione degli organismi di gestione collettiva in un contesto normativo e regolamentare lacunoso abbia portato con sé l’oggettiva difficoltà nelle negoziazioni sotto diversi profili, economici e operativi. È questa, in sintesi, la posizione espressa da Rosario Donato, Direttore Generale di Confindustria Radio Televisioni al convegno “Chi ha paura della liberalizzazione?” tenutosi oggi a Roma, presso la Casa del cinema, organizzato da Artisti 7607 e Itsright.

CRTV fin dalla sua costituzione si è schierata a favore della tutela del diritto d’autore, dei diritti connessi e del copyright, anche sul fronte giudiziarie non ha mai espresso alcuna posizione che non sia di tutela e valorizzazione della creatività. Del resto, anche il settore radiotelevisivo, che è considerato utilizzatore, produce contenuti che devono essere tutelati e remunerati” ha detto Donato.

Nel convegno, rappresentanti di artisti, esperti e controparti politiche e istituzionali, si sono prospettati case studies e soluzioni diverse per affrontare i problemi sviluppatisi a valle della liberalizzazione del settore.  “In tale nuovo e articolato contesto, Confindustria Radio Televisioni, si è proposta di facilitare l’incontro tra domanda e offerta avviando trattative che hanno portato alla sottoscrizione di Accordi Quadro Definitivi e/o Transitori” ha aggiunto.

Uno dei problemi principali è garantire la tenuta del mercato attraverso la corretta valorizzazione di tutti gli stakeholder, broadcaster, aventi diritto e collecting. L’approccio con cui abbiamo facilitato gli accordi tra le collecting  e i nostri associati è stato quello di superare le difficoltà attraverso soluzioni “personalizzate” che tenessero conto dei diversi modelli proposti dalle collecting nell’oggettiva carenza di trasparenza in ordine all’effettiva rappresentanza dei mandati. Quest’ ultima difficoltà potrebbe essere agevolmente superata attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici, che consentano di individuare (e asseverare) gli aventi diritti nelle singole opere audiovisive utilizzate dalle imprese radiotelevisive, nonché da quale organismo d’intermediazione siano rappresentati. Ciò determinerebbe una semplificazione e faciliterebbe la trasparenza nei rapporti tra i soggetti interessati al corretto funzionamento di un sistema equilibrato, a vantaggio  tanto degli aventi diritto, quanto degli utilizzatori.

Di certo “la costituzione di una banca dati unica, o l’interoperabilità tra banche dati , rispondono a un’unica esigenza, garantire semplificazione e trasparenza nell’interesse degli utilizzatori e degli artisti” ha detto Donato, aggiungendo “non siamo controparte ma facilitatori di rapporti, consapevoli che la soluzione perfetta non esiste ma un accordo soddisfacente si può raggiungere se c’è buona volontà e senso di responsabilità reciproca. Il ruolo svolto da un’associazione di categoria come Confindustria Radio Televisioni in questi anni è stato  indispensabile”.

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