IA, Barachini alla Conferenza ONU

Barachini

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Uso responsabile della IA generativa nei media per proteggere l’integrità dell’ambiente informativo, tutelare la professione giornalistica, i livelli occupazionali e il diritto d’autore, combattere disinformazione e deepfake . Al centro dell’intervento  del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini all’ONU, intelligenza artificiale e media con un appello ad adottare un approccio globale, a partire dal lavoro fatto dalla UE e dalla Commissione Benanti.

Di seguito gli estratti dal discorso  alla XXIII Infopoverty World Conference dell’Onu, il 12 Aprile presso la sede dell’ONU a  New York.

Siamo all’alba di una nuova era in cui l’intelligenza artificiale generativa ha aperto prospettive prima impensate in ambito pubblico e privato. Ed è solo l’inizio. Usata saggiamente, l’intelligenza artificiale può portare enormi vantaggi. Ma richiede governance e buone politiche.

Nel settore dei media l’uso responsabile ed etico della tecnologia è centrale. Si profila all’orizzonte la progressiva sostituzione della creatività umana, con conseguenti ricadute sui livelli occupazionali e sulla nostra cultura generale. Va, quindi, tenuta ben salda una visione umano-centrica.

Siamo quindi chiamati ad adottare un approccio globale. L’Unione Europea ha deciso di tutelare l’integrità dell’ambiente digitale come ha sempre fatto per l’ambiente fisico. Le norme che disciplinano l’IA nel mercato dell’Unione sono, infatti, incentrate sull’uomo. Solo in questo modo le persone potranno vedere l’intelligenza artificiale come una tecnologia affidabile e degna di fiducia. Salutiamo pertanto con favore la risoluzione sull’IA recentemente adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

L’intelligenza artificiale è diventata una questione centrale in ogni agenda governativa. Ogni governo ha la propria visione e il proprio piano, ma un’efficace cooperazione internazionale è fondamentale per sviluppare e implementare approcci e quadri condivisi. È importante avere tutti a bordo: società civile, mondo accademico, media, piattaforme.

A livello nazionale, in qualità di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’editoria, mi impegno per favorire l’integrità delle informazioni, poiché qualsiasi minaccia a tale integrità può avere un impatto negativo su tanti ambiti della nostra vita pubblica, nonché sui progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile che sono così importanti per tutti noi. Per questo ho voluto istituire una commissione che studiasse l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’informazione, chiamando poi Padre Benanti – l’unico italiano membro del Comitato AI dell’Onu – a presiederla. I rischi non mancano. L’intelligenza artificiale ha il potenziale per sostituire parte del lavoro svolto dai giornalisti e ciò potrebbe influire sull’integrità dell’ambiente informativo, per non parlare dei livelli occupazionali. Mentre un settore dei media diversificato e indipendente è essenziale per mantenere società aperte e democratiche. Per questo abbiamo bisogno di un ecosistema informativo che supporti il ​​giornalismo e consenta la produzione di informazioni accurate e verificabili. In merito, poi, alla preoccupazione per la protezione del diritto d’autore giornalistico per i contenuti utilizzati per addestrare i modelli linguistici di grandi dimensioni dell’intelligenza artificiale, il governo italiano sta per presentare un disegno di legge che, fra le altre cose, si occupa proprio di questo aspetto.

Non meno importante l’intelligenza artificiale può essere utilizzata anche per creare e diffondere disinformazione. Potrebbe persino minare la democrazia attraverso la manipolazione dell’informazione consentita da alcuni strumenti di AI che possono compromettere la fiducia nelle elezioni, fondamentale per il mantenimento di democrazie reali e sane. Naturalmente, l’intelligenza artificiale, se impiegata correttamente, può anche essere uno strumento per combattere la disinformazione. Ciò dimostra la complessità della questione. La Commissione AI per l’informazione – ha detto Barachini – ha analizzato il pericolo del Deep Fake, tecnologia con cui la realtà può essere modificata e mistificata e, di conseguenza, la formazione dell’opinione e della coscienza collettiva può essere influenzata e forse addirittura modellata. L’equilibrio che lega il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni è fragile e se viene incrinato potrebbe portare ad una crisi della vita politica e della partecipazione che rende possibile la democrazia. La lotta alla disinformazione è la lotta per difendere questo fragile equilibrio e per questo il governo italiano sta lavorando anche a nuove misure giudiziarie in relazione al Deep Fake.

Qui il discorso completo

IA Advisory Board ONU – infografica

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