CENSIS, con l’autorevolezza cresce la responsabilità dei media

Censis evento 19 esimo rapporto

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Gli interventi dei broadcaster all’evento di presentazione. Il 19esimo rapporto sulla comunicazione del Censis come al solito fa il punto sui consumi mediatici degli italiani affiancando a dati quantitativi, valutazioni sul loro sentiment e orientamento al riguardo.

Il Rapporto è stato promosso, tra gli altri, da Mediaset, Rai, Tv2000. Nell’evento di presentazione, che si è svolto presso il Senato della Repubblica, i broadcaster erano rappresentati, rispettivamente, da Gina Nieri, Consigliere di Amministrazione di Mediaset, Roberta Lucca, Direttore Marketing della Rai, Monica Mondo, conduttrice di Tv2000. Riportiamo, in sintesi, gli interventi dei rappresentati dei media.

Il titolo di questa edizione è” Vero o Falso”, perché al centro, di fatto, c’è il rapporto sempre più critico degli individui con l’informazione e i diversi canali di accesso a essa. Ne risulta che, nonostante la dicotomia dell’impostazione, non c’è bianco e nero, ma una scala di grigi: da un lato, infatti, aumentano i consumi online, gli italiani acquistano sempre più terminali che permettono di connettersi alla Rete e aumentano le fruizioni di contenuti audiovisivi, social e informativi online; dall’altro, si conferma l’attribuzione di maggiore autorevolezza ai mezzi “tradizionali” –  TV, radio e stampa – anche se i consumi (specie per la stampa), sono spesso in calo rispetto all’online e anche se i media così “tradizionali” non sono più (ibridazione della radio, aumento dell’offerta in streaming e on demand). Ai media, infine, si riconosce autorevolezza, e per questo, forse, si chiede rispetto di un linguaggio politically correct, da perseguire spontaneamente e attraverso una regolazione più stringente. Analoga risposta contraddittoria all’indagine si riscontra rispetto all’intelligenza artificiale, per cui gli italiani percepiscono opportunità, ma anche, soprattutto,  rischi personali (privacy), sociali (perdita di empatia, lavoro), politici (rischio per democrazia).

Per Roberta Lucca, Rai tutta l’analisi può essere declinata in vero e falso, i dati sono conferme e approfondimenti di fatti nuovi. A livello informativo, lo spostamento di alcune fasce verso l’online conferma tendenze note, come nota è la necessità di facilitare tela tendenza e interpretarla come un’opportunità per i grandi gruppi media di utilizzare canali e linguaggi nuovi. Sull’IA il problema è la gestione “come servizio pubblico è da tempo che ci si lavora, attraverso tutte le divisioni aziendali, soprattutto su quella descrittiva, per la generativa c’è ancora un problema di trustabilityafferma Lucca. Altro tema critico è la regolamentazione, soprattutto per le tecnologie più invasive per la libertà degli individui, aggiunge: “sul politically correct forse basta impostare il tema parlando di diversità come unicità e inclusione. Informazione per il servizio pubblico deve infatti essere anche formazione, e spiegazione di contesto”.  

Gina Nieri, Mediaset, ha sottolineato che “cifra distintiva dei media tradizionali è la mediazione professionale, l’affidabilità, la trasparenza, la verifica delle fonti, l’assunzione di responsabilità verso il pubblico, e, non ultimo, il riflettere i valori alla base della nostra carta costituzionale, italiana ed europea“. Ha citato poi il vincolo dei bilanci, della sostenibilità degli editori che svolgono la loro attività sul territorio nazionale (“dove producono occupazione e contenuti per la cultura a cui si rivolgono”), in un mercato dove “la concorrenza sregolata di grandi operatori globali rischia di condannarli alla residualità qualora non si intervenga prontamente con dei correttivi”. Per gli editori, ha affermato in chiusura, forti di tale assunzione di responsabilità verso il loro pubblico, è importante cogliere i segnali che vengono dal rapporto Censis, che registra e anticipano tendenze ed esigenze.

Monica Mondo, TV2000 sull’intelligenza artificiale ha parlato di libertà di sperimentare e regole. Commentando il vero e falso del titolo si è concentrata sulla “terra di mezzo” del verosimile amplificata soprattutto dai social, che annebbia l’informazione per motivi ideologici, di fretta (la rincorsa della concorrenza, il sacrificio delle fonti), la mancanza di scuole, formazione, l’improvvisazione dei comunicatori. La buona notizia è che ci si continua ad informare.

Qui il link al video dell’evento.

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