La nascita di Radio Audizioni Italiana nel 1944, il rilancio del Nokia 6310 con ricevitore FM incorporato, nel Regno Unito si rimanda lo spegnimento dell’FM al 2030 e si difende la radio dalla disintermediazione “smart”. In questi giorni ricorrenze lanci e impostazioni strategiche ruotano intorno al media più antico.
Radio Audizioni Italiana, non è la Rai, ma prima della Rai. Il 26 ottobre 1944 nasceva la RAI, Radio Audizioni Italiana. In realtà il servizio pubblico radiofonico era stato lanciato vent’anni prima, nel 1924 col nome di URI (Unione Radiofonica Italiana), diventata nel 1927 EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche). La RAI che non è la Rai attuale, non ancora, nasce dalla riorganizzazione dopo la guerra , nel 1943 le trasmissioni radiofoniche si erano scisse lungo i due fronti, quello alleato, con stazioni radio di Palermo, Napoli e Bari coordinato da un organismo del governo militare anglo-americano, e quello del Nord, organo della Repubblica Sociale Italiana. 77 anni fa, il 26 ottobre 1944, l’EIAR viene riaperta nell’Italia liberata con la nuova ragione sociale Radio Audizioni Italiane (RAI), ma è solo nel dicembre 1945 che il sistema radiofonico italiano viene riunificato sotto la RAI e solo nel 1946 che i trasmettitori superstiti sono organizzati in due reti: la “rete rossa” con le stazioni dell’Italia centromeridionale e la “rete azzurra” (Italia settentrionale). Nel 1950, viene creato il Terzo Programma radiofonico, primo tra quelli attivi ad essere trasmesso in modulazione di frequenza, e nel 1951 il palinsesto radiofonico ristrutturato intorno a tre programmi nazionali: il Programma Nazionale (generalista), il Secondo Programma (intrattenimento leggero) e il Terzo Programma (culturale), i primi due in continuazione delle reti “colorate”. Ancora oggi RaiRadio1, RaiRadio2 E RaiRadio3 ricalcano queste impostazioni di offerta.
Nokia 6310: low cost, smart quanto basta e con la possibilità di ascoltare la radio (FM). E’ di questi giorni la notizia del rilancio sul mercato, a circa una ventina d’anni dal suo esordio, del celebre “6310”, uno dei modelli di cellulare – insieme al “3310” – che hanno decretato la fortuna dell’azienda finlandese a inizio anni 2000. Si punta all’effetto nostalgia, ma anche a un target che guarda all’essenzialità delle funzioni del telefonino per la comunicazione che fra queste singolarmente, include la radio. Il design riprende il modello originale, rinnovato per palette colori e usability (es. tasti più grandi, una batteria che dura settimane), il telefono non è smart ed è privo di app, ma permette di navigare sul web e di scattare foto. Ma soprattutto lo lega alle origini, un dettaglio non trascurabile per chi ama la radio e che deve far riflettere sul futuro: il ricevitore radio incorporato, assente nella maggior parte degli smartphone di ultima generazione (si ricorda il primo, con integrata radio DAB l’LG Stylus 2).
Nel Regno Unito si imposta il futuro della radio digitale: nuove regole per gli intermediari smart e niente switch off dell’FM imminente. E’ di questi giorni (21 ottobre) la pubblicazione della Digital Radio and Audio Review da parte del Dipartimento del Digitale, Cultura, Media e Sport britannico, che conclude una lunga consultazione pubblica sui temi principali del futuro del mercato audio digitale. Si ricorda che nel Regno Unito, la radio digitale, nella sua declinazione DAB e IP, ha da tempo superato la quota del 50% degli ascolti, a fronte di una diffusione massiva di terminali DAB, di una ricca offerta esclusivamente in digitale e dell’apprezzamento da parte del pubblico della migliore qualità dell’audio e dei servizi supplementari offerti dal DAB (e, in misura minore dell’IP), al punto che per il Paese si è parlato di uno switch off de facto indotto dai nuovi consumi. La revisione, commissionata dal governo e intrapresa con molti stakeholder del settore, compresi i gruppi radio commerciali, la BBC, la Society of Motor Manufacturers and Traders e techUK, ha esaminato le sfide che i servizi radio dovrebbero affrontare in futuro dai cambiamento delle abitudini di ascolto alle nuove tecnologie. La Review è un documento ampio che ha indicato, fra l’altro, che smart speaker come Amazon Echo e Google Home acquistati o utilizzati da un terzo di tutti gli adulti svolgono già un ruolo centrale in molte delle nostre vite, nonostante siano disponibili solo da circa cinque anni. Il rapporto a tale riguardo raccomanda nuove misure per proteggere l’accessibilità delle stazioni radio britanniche in modo che i loro contenuti siano trasmessi su piattaforme tramite dispositivi audio collegati come smart speaker e sistemi di “infotainment” per auto. Fra le altre raccomandazioni, l’indicazione che non ci dovrebbe essere lo spegnimento obbligatorio della radio analogica almeno fino al 2030, il che significa che le trasmissioni radio FM possono continuare per almeno un altro decennio. Fra le ragioni, la tutela di determinate categorie di utenti, quali gli anziani, gli indigenti o le persone nelle comunità remote: imporre un passaggio alla nuova tecnologia significherebbe di fatto privarle di un servizio di informazione e intrattenimento ritenuto essenziale.


